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CRESCITA ECONOMICA
16/04/2024

Fmi: l'Europa arranca, Italia ferma al +0,7%

Gli Usa restano il motore dell’economia mondiale, mentre l’Europa resta al palo, frenata dalla scarsa crescita di Francia e Germania. Più lenta delle attese anche l'Italia, le cui stime per il 2025 vengono tagliate di 0,4 punti percentuali al +0,7%, mentre il debito pubblico è visto in crescita, al di sopra del 140%. A livello globale, per il 2024 l’Fmi ha rivisto al rialzo la crescita al 3,2% (+0,1%)

Gli Stati Uniti corrono e trainano l'economia mondiale. L'Europa invece arranca alle prese con l'anemica crescita di Francia e Germania. Più lenta delle attese anche l'Italia, per la quale le stime del 2024 sono state confermate (+0,7%), mentre quelle per il prossimo anno sono state riviste al ribasso di 0,4 punti percentuali al +0,7%. Pur mostrandosi più ottimista che in passato, il Fondo Monetario Internazionale invita a non dimenticare i rischi esistenti, fra i quali le debolezze del settore immobiliare cinese, e ad agire per rafforzare l'economia che, seppur crescendo, si mantiene ben al di sotto degli standard storici. Eurolandia, secondo il Fondo, crescerà quest'anno dello 0,8% e il prossimo dell'1,5%, meno di quanto previsto in gennaio. A frenarla è la locomotiva tedesca che, dopo la contrazione dello 0,3% nel 2023, crescerà quest'anno solo dello 0,2%, per poi accelerare e segnare un aumento dell'1,3% nel 2025, sotto le previsioni inziali. Rivista al ribasso anche la crescita della Francia che, nel 2024, segnerà un +0,7% e per il 2025 un +1,4%.
Le previsioni per l'Italia invece sono state limate al ribasso solo per il 2025, quando Roma sarà il fanalino di coda del G7 per la crescita e vedrà il suo debito pubblico salire sopra al 140%, per l'esattezza al 140,4%, dal 139,2% del 2024. Il deficit è atteso quest'anno al 4,6% per poi scendere al 3,2% il prossimo. "Un'attenzione al consolidamento di bilancio è appropriata per ricostituire uno spazio di manovra" che consente di "affrontare futuri shock", ha detto il Fondo in via generale senza nominare alcun paese in particolare. "L'ammontare dell'aggiustamento necessario per assicurare la sostenibilità del debito è ampio in diversi casi", hanno aggiunto gli esperti del Fmi precisando che "i consolidamenti di bilancio non sono mai facili ma è meglio non aspettare che siano i mercati a dettare le condizioni. Il giusto approccio è iniziare ora, gradualmente e in modo credibile".
Alle difficoltà dell'Europa si contrappone la volata americana. "L'eccezionale performance recente degli Stati Uniti è certamente impressionante e uno dei motori della crescita globale", ha notato il Fondo accompagnando i suoi 'complimenti' a una bacchettata sui conti pubblici. La corsa degli Stati Uniti "riflette fattori come la sostenuta domanda, ma anche un atteggiamento di bilancio che non è in linea con l'idea di sostenibilità". Le spese eccessive di Washington, ha messo in guardia il Fondo, rischiano infatti di riaccendere la fiamma dei prezzi e mettere a rischio la stabilità finanziaria nel mondo. Il debito pubblico americano è previsto salire - in base ai dati del Fmi - dal 123,3% del 2024 al 126,6% del 2025, per poi raggiungere il 133,9% nel 2029. Gli Usa "hanno compiuto enormi progressi sul fronte dell'inflazione e ci attendiamo che la Fed tagli i tassi entro il quarto trimestre", ha osservato ancora il Fmi. La Bce potrebbe agire prima della banca centrale statunitense: "stiamo osservando un processo disinflazionistico. Se si muove in linea con le nostre attese, ci avviamo a un momento in cui possiamo moderare" la politica monetaria a patto che "non ci siano altri shock", ha detto la presidente Christine Lagarde in un'intervista a Cnbc ribadendo che la Bce "non è dipendente dalla Fed, ma è dipendente dai dati" nel decidere le sue azioni.
"Riportare l'inflazione al target è la priorità", ha osservato il capo economista del Fmi Pierre Olivier-Gourinchas, notando la sorprendente "resilienza dell'economia mondiale", la cui crescita per il 2024 è stata rivista al rialzo al 3,2% (+0,1%). Una crescita su cui però pesano i rischi geopolitici, che potrebbero riaccendere la fiammata dell'inflazione e complicare l'azione delle banche centrali. 
 

Autore: ANSA