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9 ore fa

Istat: "Record di espatri e di immigrazione straniera nel 2023-24"

(Teleborsa) - Nel biennio 2023-24 gli espatri dei cittadini italiani (complessivamente 270mila, +39,3% rispetto al biennio precedente) e le immigrazioni dei cittadini stranieri(760mila, +31,1%) raggiungono valori mai osservati negli ultimi 10 anni. I trasferimenti di residenza tra Comuni italiani hanno interessato un milione 424mila individui in media annua, in calo dell'1,6% rispetto al 2021-22. I trasferimenti dal Mezzogiorno al Centro-Nord nel biennio 2023-24 sono stati 241mila, quelli sulla rotta inversa 125mila, determinando una perdita di 116mila residenti nel Mezzogiorno. È quanto rileva l'Istat nel report su "Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente 2023-24".Quattro trasferimenti interni su cinque hanno riguardato cittadini italiani. Tuttavia, in termini relativi, i tassi di mobilità interna mostrano una propensione dei cittadini stranieri a spostarsi significativamente maggiore rispetto a quella dei cittadini italiani: nel 2023-24 il tasso di mobilità interna medio è pari al 21,7 per mille per i cittadini italiani, oltre il doppio per gli stranieri (49,0 per mille).Le iscrizioni dall'estero (immigrazioni) negli ultimi due anni aumentano sensibilmente: sono in media 437mila l'anno (440mila nel 2023 e 435mila nel 2024), mediamente il 6,4% in più rispetto al 2022quando ammontarono a 411mila. Tale crescita si deve esclusivamente all'aumento dell'immigrazione straniera (+13% nel biennio rispetto al 2022), mentre le immigrazioni dei cittadini italiani (rimpatri)risultano in calo (-23,6%). Il consistente aumento dei flussi di immigrazione straniera degli ultimi anni è anche il risultato di crisi e conflitti internazionali che hanno condizionato gli equilibri geopolitici provocando crisi umanitarie su larga scala. È il caso dell'eccezionale incremento dei flussi dall'Ucraina causato del conflitto in corso dal 2022, che l'ha resa il principale Paese di provenienza. Rientrano nel novero anche altre situazioni di conflitto e instabilità, specialmente in Medio Oriente e in Africa, che hanno contribuito a intensificare il numero di rifugiati e richiedenti asilo e ad aumentare la pressione migratoria.In deciso aumento le cancellazioni per l'estero (emigrazioni) che si attestano mediamente a 175mila l'anno nel corso del biennio 2023-2024 (158mila nel 2023 e 191mila nel 2024), registrando un aumento del 16,3% rispetto al 2022, quando ammontarono a 150mila. L'aumento delle emigrazioni è trainato esclusivamente dai flussi in uscita dei cittadini italiani (espatri) che ammontano a 114mila nel 2023 e 156mila nel 2024 (contro 99mila espatri nel 2022). Al contrario, le emigrazioni dei cittadini stranieri rimangono stabili e contenute e si attestano a poco meno di 40mila l'anno nel biennio considerato.Nuovo record anche per gli espatri nel biennio 2023-2024 Nel biennio 2023-24 le emigrazioni verso l'estero ammontano mediamente a 175mila unità (158mila nel 2023 e 191mila nel 2024), in netto aumento rispetto alla media del periodo 2014-22 che si attesta su circa 156mila emigrazioni annue. Il volume delle emigrazioni verso l'estero è dovuto in larga parte agli espatri dei cittadini italiani che nell'ultimo decennio sono state in media circa sette su 10. Tra il 2014 e il 2024 si conta oltre un milione243mila espatri, a fronte di poco più di 573mila rimpatri; i saldi migratori dei cittadini italiani sono quindi costantemente negativi con una perdita complessiva di popolazione italiana pari a 670mila unità. Nello stesso periodo, si contano 506mila emigrazioni di cittadini stranieri a fronte di 3 milioni 145mila ingressi complessivi, con un saldo netto positivo di 2 milioni 638mila. L'elevato numero di espatri registrato nell'ultimo biennio, in particolare nel 2024, è dovuto in parte all'effetto della nuova normativa (Legge n.213 del 30/12/2023) che ha introdotto sanzioni amministrative per i cittadini italiani che soggiornano all'estero per periodi superiori ai 12 mesi e che, pur avendo l'obbligo, non provvedono all'iscrizione nei registri dell'Anagrafe italiana dei residenti all'estero (AIRE).Nel biennio 2023-24 oltre la metà degli espatri ha origine nel Nord (51,2%): in particolare sono partiti 81mila italiani (30,2% degli espatri) dal Nord-ovest e 57mila dal Nord-est (21%). Numerose anche le partenze dal Sud (in totale 54mila, 20,2%) e dal Centro (47mila, 17,3%), mentre dalle Isole si contano in due anni complessivamente 30mila italiani espatriati (11,3%).L'andamento del tasso di emigratorietà dei cittadini italiani testimonia la ripresa della propensione a espatriare: se nel 2021 era pari all'1,7 per mille e nel 2022 all'1,8 per mille, nel biennio 2023-24 si attesta in media al 2,5 per mille. I tassi sono superiori alla media nazionale nel Nord, da dove sono partiti in media quasi 3 italiani su mille residenti nel biennio considerato, più bassi nel Centro e nel Mezzogiorno (2,2 per mille per entrambe le ripartizioni). Tra le regioni del Nord, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione con il tasso di emigratorietà più alto (3,8 per mille nel biennio 2023-24), grazie anche alla posizione geografica che facilita gli spostamenti di confine. Nel Centro, il tasso più elevato si rileva nelle Marche (2,7 per mille) e, nel Mezzogiorno, in Molise (3,9 per mille) e Calabria (3,2 per mille). Campania e Puglia sono le regioni con i tassi più bassi (1,8 per mille). A livello provinciale, i tassi sono più elevati a Bolzano/Bozen (4,9 per mille) e a Treviso (4,4 per mille), quelli più bassi nelle province di Taranto (1,4 per mille) e Caserta (1,5 per mille). L'Europa resta la principale area di destinazione. Tra i Paesi europei, Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera e Spagna accolgono quasi il 55% degli espatri. Sono ancora consistenti gli espatri verso i Paesi dell'America Latina (quasi il 10% del totale), in parte per il flusso dei nuovi cittadini italiani che, dopo la permanenza in Italia necessaria per l'ottenimento della cittadinanza, rientrano in patria. 
Fonte: Teleborsa