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Economia
56 minuti fa

Accise su tabacco, oltre 80 organizzazioni internazionali contro revisione direttiva

(Teleborsa) - Una coalizione di oltre 80 organizzazioni leader a livello internazionale, attive a vario titolo nella filiera europea del tabacco e della nicotina ha lanciato un appello urgente alla Commissione europea sulla proposta di revisione della Direttiva sulle Accise del Tabacco, attualmente allo studio dell’esecutivo comunitario. In una lettera indirizzata alla Presidente Ursula von der Leyen, al Commissario per la fiscalità Wopke Hoekstra e ai ministri delle Finanze dei 27 Stati membri, i firmatari denunciano un provvedimento che, a loro avviso, rischia di produrre gravi conseguenze economiche, sociali e perfino sanitarie.Tra i firmatari dall’Italia figurano diverse aziende italiane della manifattura, della meccatronica e del packaging nonché associazioni di categoria e operatori di settore attivi lungo la catena di produzione, distribuzione e rivendita dei prodotti del tabacco e della nicotina.Al centro delle contestazioni ci sono gli aumenti previsti dalla Commissione: oltre ad un incremento del +140% di accisa sulle sigarette e del +260% sul tabacco trinciato, la proposta produrrebbe forti rialzi in particolare sui prodotti senza combustione, comportando aumenti dei prezzi fino a circa due euro a pacchetto. Misure che, secondo i firmatari, metterebbero in crisi un comparto che oggi contribuisce per 224 miliardi di euro al PIL dell’Unione, sostiene oltre 2,1 milioni di posti di lavoro e genera ogni anno 112,9 miliardi di euro di entrate fiscali.Nel contesto del dibattito, l’Italia assume un ruolo centrale. L'Italia è infatti il primo produttore europeo di tabacco greggio, con una filiera agricola che da sola vale 200 milioni di euro. Di più, l’Italia è il primo Paese produttore ed esportatore al mondo di prodotti innovativi senza combustione: una filiera che garantisce decine di migliaia di posti di lavoro ed investimenti costanti in innovazione, che uscirebbe fortemente penalizzata da questa proposta, con ricadute particolarmente pesanti per i livelli produttivi agricoli e industriali, la distribuzione, l’export e, quindi, per l’occupazione e il PIL nazionale.Secondo i firmatari, l’impatto del provvedimento andrebbe oltre il settore: la stima di un incremento inflattivo dello 0,5% è un grave campanello d’allarme. A ciò si aggiunge il timore che un aumento così brusco delle tasse alimenti il mercato illecito, già responsabile di una perdita annuale di 17 miliardi di euro per le casse pubbliche europee.I casi di Francia e Paesi Bassi vengono indicati come esempio di ciò che potrebbe accadere: tasse elevate, crescita del commercio illegale, erosione delle entrate statali e nessuna riduzione significativa nella prevalenza del fumo.La critica, spiegano i firmatari, non è solo di natura economica. Secondo la lettera, la proposta produrrebbe il paradossale effetto di penalizzare il consumo di prodotti innovativi non combusti – capaci di un potenziale ridotto impatto sulla salute dei consumatori – rispetto alle sigarette tradizionali, rendendoli di fatto meno accessibili e facendo passare l’idea che tutte le categorie di prodotti siano uguali. Inoltre, la Valutazione d’Impatto della Commissione viene ritenuta insufficiente e in contrasto con gli obiettivi di competitività delineati nelle recenti analisi economiche europee, incluso il lavoro guidato da Mario Draghi sulle sfide dell’economia dell’Unione, poiché penalizzerebbe produzioni italiane ed europee a vantaggio di prodotti provenienti per la stragrande maggioranza da Paesi extra-UE, come la Cina.Il documento si chiude con un appello a un dialogo costruttivo. I firmatari affermano di essere pronti a collaborare con le istituzioni per trovare soluzioni che permettano di conciliare innovazione, crescita economica e tutela della salute pubblica, preservando al tempo stesso la possibilità per gli Stati membri di gestire le accise secondo le proprie priorità nazionali.“Una tassazione eccessiva e uniforme - si legge tra le righe della lettera - rischia di mettere in difficoltà imprese, lavoratori, consumatori e finanze pubbliche, lasciando come unico beneficiario la criminalità organizzata”.
Fonte: Teleborsa