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2 ore fa
Sud, rischio stagnazione: PIL +0,9% in 2024, ma rallenta nel 2025
(Teleborsa) - Non più una “questione”, ma una “condizione nazionale”: è la chiave di lettura che Unimpresa propone con il rapporto “Mezzogiorno 2025 – Crescita, sfide strutturali e strategie per la convergenza economica”, presentato oggi a Castellammare di Stabia alla presenza del presidente Paolo Longobardi, del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, dell’onorevole Alfredo Vito, dei candidati regionali Daniela Di Maggio e Ciro Campana, e del presidente di Unimpresa Irpinia Sannio, Ignazio Catauro. Nel corso dell’incontro, organizzato all’Auditorium di Unimpresa, è stato illustrato un ampio dossier di oltre sessanta pagine che analizza in profondità lo stato dell’economia meridionale e formula una proposta di politica industriale e fiscale di lungo periodo per ridurre i divari territoriali. Il documento, elaborato dal Centro Studi di Unimpresa, fotografa un Mezzogiorno che nel 2024 ha registrato una crescita del PIL pari al +0,9% – superiore alla media nazionale – ma che rischia di rallentare nel 2025, scendendo a +0,5%, a causa del calo degli investimenti pubblici e dell’incertezza del post-Pnrr. Per Unimpresa, la sfida non è più redistribuire risorse, ma costruire sviluppo strutturale. Il “Piano Sud Produttivo”, proposto nel dossier, individua cinque assi strategici: incentivi fiscali permanenti, accesso agevolato al credito, formazione tecnica, infrastrutture integrate e governance trasparente. L’obiettivo è chiaro: trasformare il Mezzogiorno da area assistita a motore produttivo del Paese, puntando su innovazione, impresa e capitale umano. Il rapporto sottolinea che il 40,8% delle risorse del Pnrr,pari a oltre 59 miliardi di euro, è stato destinato al Sud, generando +1,8 punti di crescita tra 2023 e 2024. Tuttavia, la bassa capacità di spesa (solo il 72% dei fondi effettivamente impegnati) e il deficit amministrativo rischiano di ridurre l’impatto nel medio periodo. Le proposte di Unimpresa includono anche la creazione di un “Fondo per lo Sviluppo e l’Innovazione del Sud” da 10 miliardi di euro, un credito d’imposta permanente del 40% per gli investimenti produttivi e una decontribuzione stabile per le assunzioni giovanili e femminili. Durante l’evento, ampio spazio è stato dedicato ai casi regionali di Campania, Puglia, Sicilia e Calabria: quattro economie diverse, unite da un destino comune. La Campania emerge come locomotiva industriale del Sud, la Puglia come modello di innovazione, la Sicilia come piattaforma energetica e la Calabria come frontiera logistica del Mediterraneo."Il Sud non è un capitolo a parte dell’Italia, ma la chiave del suo futuro. Non chiediamo assistenza ma pari opportunità: serve una fiscalità di vantaggio stabile, un credito più equo per le piccole imprese e una pubblica amministrazione che premi la competenza. Solo così il Mezzogiorno potrà passare da problema a risorsa nazionale. Il Mezzogiorno non è un peso da sostenere, ma una leva per l’Italia. È la frontiera della nostra competitività. La convergenza economica non è solo un obiettivo di equità, ma la condizione necessaria per restare una grande economia europea. Il Sud non ha bisogno di sussidi ma di fiducia. È la frontiera della competitività italiana e il banco di prova della nostra capacità di crescere come Paese unito, produttivo e moderno", ha dichiarato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Fonte: Teleborsa