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1 ore fa
Lavoro, Inail: in 10 mesi infortuni +1,2% e 896 casi mortali
(Teleborsa) - Aumentano gli infortuni sul lavoro. Le denunce, comprese quelle relative a studenti, pervenute complessivamente all'Inail nei primi dieci mesi dell'anno sono state 497.341 in crescita dell'1,2% rispetto alle 491.439 di gennaio-ottobre 2024. I casi mortali denunciati sono stati 896 contro 890 (+0,7%). Questo il quadro tracciato oggi dall'Inail. Il confronto con i primi 10 mesi del 2024, al netto degli studenti, evidenzia per la modalità in occasione di lavoro un aumento degli infortuni pari allo 0,2% e un aumento dei decessi dello 0,5%. Per la componente in itinere l'Inail registra un incremento delle denunce di infortunio (+2,8%) e dei casi mortali (+3,9%). Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall'Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento ottobre 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), l'Inail evidenzia un'incidenza infortunistica che passa dalle 1.688 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat di ottobre 2019 alle 1.449 del 2025, con un calo del 14,2%. Rispetto a ottobre 2024 la riduzione è dello 0,8% (da 1.460 a 1.449). In aumento del 10,2% le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.494. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate all'Inail tra gennaio e ottobre sono state 350.849 rispetto alle 350.074 dello stesso periodo 2024 (+0,2% e dello 0,4% rispetto al 2020); in riduzione del 2% rispetto al 2023, del 25,9% sul 2022, del 2% sul 2021 e del 9,9% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. L'incidenza delle denunce di infortunio in occasione di lavoro sul totale delle denunce presentate (al netto degli studenti) è passata dall'82,8% del 2019 all'81% del 2025 (è stata dell'81,4% nel 2024). L'analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce nel Nord-Ovest (-2%) e un aumento al Centro (+3%), nelle Isole (+1,5%), nel Nord-Est (+0,2%) e al Sud (+0,1%). Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro ottobre sono state 652, tre in più rispetto alle 649 registrate nel 2024 e una in più rispetto al 2019; 17 in meno sul 2023, due in meno sul 2022; 163 in meno sul 2021; 206 in meno rispetto al 2020. Dall'analisi territoriale emergono aumenti al Sud (da 135 a 152) e nel Nord-Est (da 143 a 149) e decrementi nel Nord-Ovest (da 171 a 163), al Centro (da 125 a 122) e nelle Isole (da 75 a 66). Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (da 500 a 507), in calo quelle degli stranieri (da 149 a 145). Per quanto riguarda gli infortuni in itinere, tra gennaio e ottobre sono stati 82.101 in aumento del 2,8% rispetto ai 79.842 del 2024. Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale (al netto degli studenti) sono state 237, nove in più rispetto alle 228 del 2024. Le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all'Inail entro ottobre sono state 64.391, in aumento del 4,7% rispetto alle 61.523 del 2024. Delle oltre 64mila denunce di infortunio, 1.512 hanno riguardato studenti coinvolti nei percorsi "formazione scuola-lavoro", in riduzione dell'8,9% rispetto al 2024. L'incidenza degli infortuni occorsi a studenti rappresenta il 12,9% del totale delle denunce registrate nel 2025. Il 42% interessa le studentesse (+4,6% l'incremento tra il 2024 e il 2025), il 58% gli studenti (+4,7%). Tre infortuni su quattro riguardano studenti under 15 anni, un quarto quelli dai 15 anni in poi. La Lombardia è la regione che presenta più denunce (24% del totale nazionale, +7,1% sul 2024). I casi mortali denunciati all'Inail sono sette contro i 13 del 2024.I dati Inail sulle denunce di infortunio, le malattie professionali e gli incidenti mortali sul lavoro "restano drammatici" dice il segretario confederale della Uil, Ivana Veronese, secondo cui "siamo di fronte a una vera e propria strage silenziosa". Nei primi 10 mesi "sono morte 896 persone sul lavoro – sottolinea Veronese – è evidente che i passi avanti fatti dal decreto salute e sicurezza dello scorso ottobre, con il potenziamento dell'Inl, l'assunzione di nuovi ispettori, l'introduzione del badge di cantiere o le borse di studio per i superstiti delle vittime sul lavoro, non sono sufficienti. Dinanzi a questi dati ribadiamo le nostre richieste: il divieto dei subappalti a cascata, lo stop alle gare al massimo ribasso, l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro, l'istituzione di una Procura nazionale del lavoro, il patrocinio legale gratuito per le famiglie delle vittime e l'equiparazione del trattamento riservato alle vittime sul lavoro a quello previsto per le vittime di mafia, in un'ottica di equità e giustizia sociale. Queste sono tutte misure altrettanto necessarie che sottoporremo al Governo per continuare la nostra battaglia". "Allarmano i dati Inail relativi alle denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro il mese di ottobre 2025. Pur nella provvisorietà dei numeri, risultano 652 decessi, tre in più rispetto ai 649 registrati nel 2024. Si tratta di numeri impressionanti che non possono essere ignorati. Dietro le statistiche ci sono i nomi e i volti di persone che non faranno più ritorno dai propri cari – commenta il segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone –. Di fronte al drammatico fenomeno delle stragi sul lavoro è inaccettabile parlare di tragica fatalità si tratta di morti che potevano e dovevano essere evitate. Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano Veneto (+23), Piemonte (+14), Puglia (+10), Marche (+9), Campania e Toscana (+7 entrambe), mentre per i cali più evidenti Lombardia (-25), Lazio (-19), Emilia-Romagna e Sardegna (-7 ciascuna) e provincia autonoma di Trento (-5). Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro rilevano per gli incrementi le attività manifatturiere (da 86 a 98 decessi denunciati) e il commercio (da 48 a 57). E' prioritario implementare l'efficacia dei controlli mediante il coordinamento delle banche dati a partire dai comparti esposti a maggiore rischio infortuni. L'aumento dei fondi destinati all'organico degli enti ispettivi va nella giusta direzione, al contempo, è fondamentale investire sulla formazione e sull'addestramento, a partire dalla scuola dell'obbligo. L'Ugl auspica la prosecuzione del tavolo sulla sicurezza per rafforzare la sinergia tra istituzioni e parti sociali e potenziare gli interventi a favore della prevenzione. Il diritto al lavoro esiste solo se accompagnato dalla tutela concreta della vita e della dignità di ogni lavoratore. La sicurezza non è un'opzione, ma un obbligo costituzionale che deve orientare ogni scelta pubblica e privata".
Fonte: Teleborsa