Breaking News
Economia
1 ore fa
Manovra, Tfr dipendenti pubblici in 3 mesi ma si perdono 750 euro
(Teleborsa) - Per ovviare all'annosa questione del ritardo nel pagamento del TFS/TFR dei dipendenti del pubblico impiego – che oggi attendono anche cinque anni prima di ricevere la liquidazione – nella nuova legge di Bilancio il Governo ha deciso di destinare un pacchetto economico da circa 550 milioni di euro. A partire dal 2027, attraverso una nuova linea di credito attivata da Cassa Depositi e Prestiti, l'Inps potrà anticipare fino a 50mila euro delle somme dovute entro tre mesi dal pensionamento. Ma la misura non piace alla Cgil che definisce la manovra "l'ennesima beffa" ai danni dei lavoratori pubblici.L'intervento – evidenzia la Cgil – "sottrae ancora una volta risorse a chi ha già subito anni di penalizzazioni: oltre 22,6 milioni di euro prelevati direttamente dai Tfs/Tfr delle persone che vanno in pensione". La confederazione e le categorie dei lavoratori della conoscenza (Flc), funzione pubblica (Fp) e pensionati (Spi) spiegano che "l'articolo 44, presentato come misura per migliorare i tempi di pagamento del Tfs e del Tfr, è un'operazione di facciata, che finisce invece per aggravare ulteriormente la condizione economica dei lavoratori". La Corte costituzionale, con la sentenza n. 130 del 2023, aveva chiesto al legislatore di eliminare la disparità irragionevole tra pubblico e privato nei tempi di liquidazione del Tfs/Tfr. Ma – evidenzia la Cgil – "il Governo risponde con un anticipo di soli tre mesi per le sole pensioni di vecchiaia, lasciando immutati i lunghissimi differimenti e la rateizzazione che può arrivare fino a sette anni. In questo modo, il problema strutturale resta intatto, il monito della Corte viene ignorato e la discriminazione continua senza alcuna correzione". Di fatto l'anticipo dei tre mesi cancella automaticamente la detassazione prevista fino a 50mila euro per i pagamenti effettuati a partire da dodici mesi dalla cessazione. Con il nuovo anticipo questo requisito non si matura più e ogni lavoratore non riceverà 750 euro. Su una platea di 30.122 pensionamenti di vecchiaia, come indicato nella relazione tecnica, le risorse recuperate raggiungeranno 22,6 milioni di euro". Per il sindacato tale norma "inutile e sbagliata, si somma alla pesante perdita del potere d'acquisto delle liquidazioni che, come abbiamo già calcolato, può variare tra 17mila e 41mila euro a causa dell'inflazione e del mancato rendimento: quasi 18mila euro per chi percepisce 30mila euro, oltre 25mila euro per chi ha uno stipendio di 40mila euro e più di 41mila euro per retribuzioni pari a 60mila euro.
Fonte: Teleborsa