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2 ore fa

Ex Ilva, sindacati interrompono confronto con il Governo. "Rammarico" di Palazzo Chigi

(Teleborsa) - La cassa integrazione per i lavoratori dell'ex Ilva a gennaio potrebbe arrivare a quota 6mila con un aumento consistente già entro fine dicembre: da 4.550 a circa 5.700 unità, con integrazione del reddito, a causa della rimodulazione delle attività. È questo lo scenario delineato al vertice tra governo e sindacati sull'ex Ilva dal ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. La riunione, durata quasi 4 ore, è stata presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, mentre per l'Esecutivo erano presente, oltre a Urso, la ministra del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone. Presente anche il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Per i sindacati, hanno partecipato i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager. Presenti, inoltre, i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.  Al vertice hanno preso parte in videocollegamento anche rappresentanti delle Regioni Piemonte, Liguria e Puglia.Al termine della riunione il Governo ha espresso "rammarico" per il fatto che la proposta di proseguire il confronto sull'ex Ilva, anche relativamente agli aspetti tecnici emersi nel corso della discussione, "non sia stata accettata dalle organizzazioni sindacali". "L'esecutivo – riferisce una nota di Palazzo Chigi – conferma in ogni caso la disponibilità a proseguire l'approfondimento di tutti gli aspetti e anche dei rilievi più controversi, sollevati dalle stesse organizzazioni sindacali alle proposte avanzate dal Governo per la gestione operativa dell'azienda in questa fase transizione". La riunione era stata sospesa da Urso come richiesto da Mantovano. Il sottosegretario aveva spiegato che era necessario, a partire da questa mattina,  un approfondimento tra governo, tecnici e commissari per meglio analizzare le questioni presentate al tavolo. Ma i sindacati hanno deciso di incontrare subito i lavoratori per raccontare cosa è successo."Il Governo ci ha presentato di fatto un piano di chiusura – ha detto il leader della Fiom, Michele De Palma – ci sono migliaia di lavoratori che finiscono in cassa integrazione e non c'è un sostegno al rilancio e alla decarbonizzazione. Abbiamo deciso unitariamente come Fim, Fiom e Uilm di andare dai lavoratori e spiegare che contrasteremo la scelta del governo con tutti gli strumenti possibili". Il numero uno della Fim, Ferdinando Uliano, ha affermato che "abbiamo avuto la sorpresa da parte del Governo di collocare in cassa integrazione altri 1.200 lavoratori. Questa cosa per noi è inaccettabile, deve essere ritirata. Ci presenteremo ai lavoratori illustrando la situazione e decideremo le iniziative". Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha aggiunto che "abbiamo deciso, consapevolmente e con grande responsabilità, di interrompere il confronto e ascoltare i lavoratori. Le proposte presentate sono inaccettabili. Utilizzano i lavoratori per fare cassa. Abbiamo deciso di andare dai lavoratori e spiegare che questo piano non si può discutere o emendare. È un piano inaccettabile perché parte da un presupposto: portare alla chiusura dell'ex Ilva. E noi non vogliamo essere responsabili di questo. Finora li abbiamo seguiti: ora condannano i lavoratori a una chiusura inesorabile".Da quello che si è appreso, l'ulteriore ricorso alla Cig dal primo gennaio sarà dovuto al fermo delle cokerie per i lavori necessari alla decarbonizzazione. Ma ai sindacati le spiegazioni non bastano. Non li convince nemmeno l'annuncio di una trattativa "segreta" con un nuovo soggetto interessato a rilevare gli impianti. Secondo quanto riferito da fonti sindacali Urso avrebbe parlato di quattro soggetti potenzialmente interessati al gruppo siderurgico, citando ancora Baku Steel più i due fondi che si sono fatti avanti a settembre: Flacks Group e Bedrock. A questi andrebbe aggiunto un altro soggetto che starebbe portando avanti una trattativa coperta da estremo riserbo. I sindacati chiedono però ancora chiarezza sulle reali intenzioni del governo, su un piano di rilancio e soprattutto la necessità di un intervento diretto dello Stato per ridare ossigeno e prospettiva a degli impianti che giudicano ormai agonizzanti."Preoccupa fortemente la situazione dei lavoratori che saranno collocati in cassa integrazione. Dal primo gennaio, con la fermata delle batterie di cokefazione, si arriverà a circa 6mila lavoratori in cassa integrazione – dichiarano i rappresentanti UGL –. Pur essendo prevista un'integrazione al reddito, la situazione resta estremamente pesante, poiché avrà ripercussioni anche sull'indotto, sugli appalti, sui trasporti e su tutto ciò che ruota intorno al gruppo ex Ilva." Inoltre, un futuro piano di decarbonizzazione con l'introduzione di forni elettrici comporterà un ulteriore impatto occupazionale, con un numero di esuberi non ancora quantificato, senza considerare i 1.700 lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria. "Chiediamo un piano chiaro e condiviso – sottolinea Antonio Spera, segretario nazionale UGL Metalmeccanici – che preveda investimenti concreti, numeri certi per l'occupazione e prospettive reali per il rilancio dell'ex Ilva, da costruire con il senso di responsabilità di tutte le parti coinvolte".Durante il tavolo – fa sapere l'UGL – è stato inoltre ribadito, su richiesta delle organizzazioni sindacali, che il Governo resta disponibile a valutare una partecipazione diretta dello Stato per rafforzare e garantire gli investimenti e la stabilità dell'assetto societario. È stato infine ricordato il veto dell'amministrazione comunale di Taranto, che ha fatto venir meno una potenziale manifestazione di interesse per la realizzazione di un impianto destinato alla fornitura di gas. "Ribadiamo – conclude la UGL Metalmeccanici  –la necessità di un impegno concreto anche a livello europeo per la siderurgia, riconoscendo il lavoro che l'Italia sta portando avanti in seno alla Comunità Europea per il futuro del settore".
Fonte: Teleborsa