Breaking News
Economia
2 ore fa
Salario minimo, Corte Ue: "Direttiva è valida"
(Teleborsa) - La Corte di giustizia dell'Unione europea salva la direttiva Ue sul salario minimo. Il ricorso presentato dalla Danimarca, che ne chiedeva l'annullamento totale, è stato respinto quasi interamente e tribunale con sede a Lussemburgo ha confermato la validità di gran parte del testo sui salari minimi adeguati. Copenaghen, dove non esiste un salario minimo legale, teme che la direttiva minacci il proprio modello di contrattazione collettiva con il rischio di arrivare persino ad abbassare i salari del Paese. La Corte ha tuttavia accolto alcune delle obiezioni presentate dalla Danimarca, sottolineando come parti della direttiva rappresentassero "un'ingerenza diretta" nella determinazione delle retribuzioni, materia che, secondo il tribunale, resta di competenza nazionale. Per il resto però, la misura Ue, che durante la campagna elettorale europea fu cavallo di battaglia dei Socialisti e della Sinistra, rimane valida e può iniziare la sua missione di garantire "condizioni di vita e di lavoro dignitose" e promuovere la contrattazione collettiva come strumento centrale per la fissazione dei salari.La sentenza della Corte Ue segna "un giorno positivo per i diritti dei lavoratori e per l'Europa sociale" ha commentato su X la capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, Iratxe García Pérez. "In tempi di crisi del costo della vita e degli alloggi, questo è un forte segnale di speranza e giustizia sociale. Ora non ci sono più scuse per i ritardi nell'attuazione della direttiva", hanno affermato i socialisti. Ad oggi solo nove Stati membri hanno recepito la normativa sui salari minimi adeguati, adottata nel 2022."Ogni lavoratore in Europa dovrebbe potersi guadagnare da vivere. La sentenza odierna è una pietra miliare per gli europei: riguarda dignità, equità e sicurezza finanziaria. La direttiva sarà attuata nel pieno rispetto delle tradizioni nazionali, dell'autonomia delle parti sociali e dell'importanza della contrattazione collettiva. Il nostro impegno è che il lavoro sia davvero remunerativo" ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen."La sentenza odierna della Corte rafforza il modello sociale europeo, basato su salari equi e adeguati e su una solida contrattazione collettiva, che porta sia equità sociale che benefici economici. Questa è una buona notizia per i lavoratori, soprattutto per quelli con salari bassi, e per i datori di lavoro in tutta Europa che pagano salari equi" ha sottolineatola vicepresidente esecutiva della Commissione con delega ai i diritti sociali e le competenze, la qualità del lavoro e la preparazione, Roxana Minzatu. Gli eurodeputati della delegazione italiana di Alleanza Verdi e Sinistra hanno sollecitato, in una nota, il governo Meloni a "prendere atto della direzione europea" e ad agire per introdurre un salario minimo nazionale, ricordando che "in Italia manca ancora questo strumento fondamentale per la dignità del lavoro". La sentenza della Corte di giustizia europea sulla direttiva sul salario minimo e contrattazione collettiva "riafferma i principi di giustizia sociale e valorizza il ruolo della contrattazione collettiva" ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David sottolineando che sono stati riaffermati tre principi fondamentali: "Il primo è che, per costruire un'Europa giusta e solidale, bisogna creare in tutto il continente condizioni di diritto sempre più uguali per i lavoratori. Il secondo è che il salario minimo, ottenuto e stabilito anche attraverso la contrattazione collettiva e, dunque, con il pieno coinvolgimento dei sindacati, rappresenta uno di questi diritti. Il terzo è che l'Unione europea può esistere solo se rafforza la propria dimensione sociale, tratto distintivo dell'Europa rispetto a ogni altra area mondiale". Secondo la Cgil "il Governo italiano non ha più scuse: smetta di nascondersi dietro artifici burocratici interpretativi della direttiva e faccia ciò che va fatto: avvii immediatamente un tavolo con le parti sociali per realizzare finalmente anche in Italia il salario minimo". "La sentenza ribadisce quello che nel nostro paese è già una realtà consolidata: un sistema fondato su una forte matrice di contrattazione collettiva, in grado di garantire equità, tutele e un adeguato equlibrio tra produttività e diritti dei lavoratori. Ma fornisce anche lo spunto per parlare del vero nodo da affrontare rappresentato dal dumping contrattuale, una piaga che mina la concorrenza leale tra le imprese e indebolisce la contrattazione di qualità perché non assicura salari e trattamenti dignitosi come quelli rappresentati dal welfare contrattuale, elemento distintivo del modello italiano di relazioni sindacali" ha commentato Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio incaricato alla contrattazione.(Foto: Corte di giustizia dell’Unione europea)
Fonte: Teleborsa