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DIPENDENZA ENERGETICA
23/03/2022

Putin: “Pagamenti solo in rubli per gas e petrolio”

La mossa del presidente russo è volta a mettere in difficoltà i Paesi europei e a far riprendere la valuta nazionale, che si era fortemente svalutata in seguito all’invasione dell’Ucraina. L’Italia sta valutando soluzioni alternative assieme alla Ue, ma intanto il prezzo del gas cresce di un ulteriore 18% a 117 euro al Mwh e il rublo recupera terreno nei confronti di dollaro ed euro

Vladimir Putin gioca d'anticipo prima dell'arrivo di nuove sanzioni e tira fuori il coniglio dal cilindro sul pagamento delle forniture di gas in rubli e non più in euro e dollari. I Paesi europei leggono la decisione del presidente russo principalmente come una mossa politica, ma anche come un tentativo di aggirare le sanzioni, rafforzare il rublo e dare una spinta all'economia. Tra le prime reazioni c'è quella italiana con il governo che, pur non avendo ancora preso una decisione, respinge la richiesta al mittente. Nel giro di una settimana Mosca inizierà a chiedere il pagamento con la moneta russa per le forniture di gas naturale agli stati che considera 'ostili'. "Ho preso la decisione di passare ai pagamenti in rubli e di smettere di utilizzare le valute compromesse nelle transazioni", ha detto Putin in un video. Il Cremlino ha ordinato alla banca centrale di sviluppare un meccanismo che consenta il pagamento con la valuta russa. Allo stesso tempo, "voglio sottolineare che la Russia sicuramente continuerà a fornire gas naturale in linea con i volumi e prezzi, meccanismi di prezzo stabiliti nei contratti esistenti", ha aggiunto Putin.
L'iniziativa di Mosca ripropone il tema della dipendenza europea dal gas russo, con i vari Paesi che ora cercando di smarcarsi e trovare delle soluzioni alternative. Sul tema degli stoccaggi, ad esempio, si sta cercando di trovare un "approccio condiviso per rafforzare il potere contrattuale verso i fornitori", spiega il premier Mario Draghi. La creazione di un tetto Ue al "prezzo del gas - aggiunge - è al centro di un confronto con la presidente della Commissione europea". Ad aprire alla valutazione di uno stop alle importazioni di gas dalla Russia è l'economista e consigliere economico di Palazzo Chigi Francesco Giavazzi. Con l'arrivo dei due mesi 'migliori' dell'anno l'Italia si troverà ad avere "abbastanza energia idroelettrica e rinnovabile per ridurre a zero l'import di gas dalla Russia", spiega l'economista. "Naturalmente se lo facessimo - aggiunge - smetteremmo di riempire gli stoccaggi necessari per l'inverno. E' un problema politico delicato, ma è il miglior momento dell'anno e dunque penso che è ciò che dovremmo valutare".
Il valore economico della decisione di Putin ha una dimensione gigantesca. Secondo i dati dell'agenzia internazionale per l'energia, la bolletta che paga l'Europa alla Russia per il gas ammonta ad oltre 400 milioni di dollari, di cui il 58% dei contratti vengono pagati in euro. Con la decisione di Putin, i vari Paesi che hanno sottoscritto contratti con il fornitore statale russo Gazprom sono già a lavoro per valutare se il cambio di valuta non determini una violazione dei contratti che sono stati sottoscritti. Sul tema del pagamento in rubli, Giavazzi ha spiegato che il governo non ha preso alcuna decisione, ma "la mia opinione è pagare in euro, farsi pagare in rubli sarebbe un modo per aggirare le sanzioni, quindi penso che continueremo a pagare in euro".
Mentre all'orizzonte si addensano le nubi di nuove sanzioni alla Russia che potrebbero colpire il petrolio e il gas, la mossa di Putin ha provocato uno scossone sui mercati. Le quotazioni del gas ad Amsterdam, dopo aver registrato un balzo del 34%, si sono attestate a 117 euro al Mwh (+18%). Contestualmente si è rafforzata anche la valuta russa. Per un dollaro servono 97 rubli, rispetto ai 106 dell'inizio della giornata. Un cambio che resta comunque ben lontano dal periodo antecedente all'invasione dell'Ucraina quando per un biglietto verde servivano 75 rubli. Tutto questo alla vigilia del ritorno delle contrattazioni azionarie alla Borsa di Mosca e della girandola di incontri diplomatici a Bruxelles dove sono previsti i vertici della Nato, del G7 e dell'Unione europea. Sull'ipotesi di nuove sanzioni a Mosca rimangono forti i dubbi tra alcuni Paesi europei, soprattutto quelli più dipendenti dal gas e dal petrolio russo.

 

Autore: ANSA