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Vince la lista del cda, Donnet resta alla guida
I candidati appoggiati da Mediobanca e De Agostini hanno fatto il pieno di voti in assemblea, staccando di quasi 10 punti la lista Caltagirone-Del Vecchio, che conquista solo tre posti in consiglio. La lista di Assogestioni, invece, non supera la soglia del 5%. Philippe Donnet resta alla guida del gruppo, Andrea Sironi è il nuovo presidente: “farò tutto il possibile per rappresentare al meglio tutti gli stakeholders”.
La lista presentata dal cda uscente di Generali batte quella del gruppo Caltagirone e si aggiudica 10 dei 13 posti nel nuovo consiglio con Andrea Sironi, presidente al posto di Gabriele Galateri, e il ceo Philippe Donnet, confermato alla guida del gruppo. In due ore e mezza, tra gli interventi dei vertici del Leone e i lavori veri e propri, l'appuntamento, che si è tenuto a Palazzo Berlam a Trieste a porte chiuse con i soci collegati in streaming, ha sancito la vittoria dei candidati appoggiati da Mediobanca e De Agostini. Grazie anche alla partecipazione record: il 70,7% del capitale presente all'inizio, limato al 70,6% al momento del voto sul board, espresso sempre attraverso un unico rappresentante designato.
Piazzetta Cuccia partiva col 17,2% (compreso il 4,4% del contestato prestito titoli ) e De Agostini, che ha dismesso la quota conservando il diritto di voto fino all' assemblea, con l'1,4%. E sono riusciti a conquistare il 39,2% del capitale (il 55,9% del capitale presente), ossia oltre il 20% in più rispetto alle loro partecipazioni. Hanno così staccato di quasi 10 punti percentuali la seconda lista classificata che ha raccolto il 29,4% (41,7% del capitale presente in assemblea), ben sopra la
soglia del 6% sotto cui, secondo il candidato presidente di 'Awakening The Lion', Claudio Costamagna, si sarebbe potuto contestate il risultato. Se si guarda ai numeri della votazione Francesco Gaetano Caltagirone, azionista al 9,95%, affiancato da Leonardo Del Vecchio salito nel frattempo al 9,82%, dai Benetton che hanno fatto di recente acquisti per lo 0,75% in un'ottica finanziaria e di gestione del portafoglio portandosi al 4,7%, da Fondazione Crt (1,7%) più vari soggetti come la Cassa Forense (1%) e alcune famiglie di imprenditori con quote minori hanno
coagulato il consenso dei grandi soci stabili italiani, ma certo non ha fatto breccia fra gli investitori esteri e nemmeno sul retail.
Dalla partita è stata tagliata fuori la lista di Assogestioni che ha raccolto solo l'1,3% del capitale sociale (1,9% del capitale presente in assemblea), molto lontano dallo sbarramento del 5% che poteva assicurarle un candidato in consiglio. L'effetto indiretto è stato di limitare a tre, e non a quattro, gli ingressi dei candidati di Caltagirone nel board destinato a rimanere in carica per il prossimo triennio. Nell'organo entrano, oltre all'imprenditore romano, Marina Brogi e Flavio Cattaneo. Fra gli altri dieci eletti dall'assemblea, dalla lista di Sironi e Donnet, ci sono Clemente Rebecchini (Mediobanca) e Lorenzo Pellicioli (ormai ex De Agostini) e nomi meno noti come Diva Moriani, Luisa Torchia, Alessia Falsarone, Clara Furse, Umberto Malesci e Antonella Mei Pochtler.
"Oggi gli azionisti hanno fatto una scelta molto chiara, senza nessuna ambiguità e quindi noi con il management e con il nuovo consiglio possiamo continuare a lavorare con serenità e determinazione per mantenere le promesse che abbiamo fatto", ha commentato a caldo Donnet. Sironi da parte sua si è impegnato, da presidente, a "fare tutto il possibile per rappresentare al meglio tutti gli stakeholders".