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Bp azzera la Russia, ma gli utili corrono
Il colosso petrolifero ha svalutato a zero tutti gli asset detenuti in Russia, a partire dalla quota in Rosneft, incassando oltre 20 miliardi di perdite nel trimestre. Ma, al netto del costo straordinario, il business va a gonfie vele e gli utili normalizzati raddoppiano rispetto allo scorso anno, superando di 1,8 miliardi il consensus. A trainare i conti “un eccezionale trading nel petrolio e nel gas”.
Bp chiude il primo trimestre con una perdita monstre di 20,4 miliardi di dollari, frutto della svalutazione a zero dei suoi asset in Russia, a partire dalla quota del 19,75% in Rosneft, costata 25,5 miliardi di dollari prima delle tasse. Ma il rosso a dieci zeri non ha spaventato gli investitori, che guardano invece all'andamento del business, alimentato dalla corsa dei prezzi dei prodotti energetici e in grado di generare 6,2 miliardi di dollari di utili normalizzati, 1,8 in più del consensus e più del doppio dei 2,63 miliardi dello scorso anno.
Il risultato, ha spiegato la compagnia, è stato trainato da "un eccezionale trading nel petrolio e nel gas, più alte realizzazioni sul petrolio e un più forte risultato di raffinazione". I conti confermano quello che si era già visto in occasione delle trimestrali di altre major, come Exxon, Chevron, TotalEnergies ed Eni. E cioè che la corsa dei prezzi energetici sta gonfiando le casse dei colossi del settore, prese di mira da governi e forze politiche, impegnate a recuperare risorse per alleggerire i costi della bolletta energetica per cittadini e imprese. "In un trimestre dominato dai tragici eventi in Ucraina e dalla volatilità nei mercati dell'energia, il focus di Bp è stato sulla fornitura di energia affidabile ai nostri clienti. La nostra decisione a febbraio di lasciare l'azionariato di Rosneft si è tradotta in un significativo impatto non monetario e nella perdita che annunciamo oggi. Ma questa non ha cambiato la nostra strategia, il nostro quadro finanziario e le nostre aspettative di remunerazione degli azionisti", ha dichiarato il ceo di Bp, Bernard Looney. Che, ad un dividendo di 5,46 centesimi ad azione per il trimestre appena chiuso, ha annunciato un nuovo buyback da 2,5 miliardi di dollari.
In Borsa Bp ha corso, chiudendo in rialzo del 5,8% a 414,25 sterline. La richiesta dei laburisti di tassare gli extra-profitti legati alla corsa del prezzo del petrolio per ora non fa breccia nel governo di Boris Johnson.