Focus On
Uno scambio di persona affonda Alibaba
La notizia dell’arresto di Jack Ma manda i picco il titolo alla Borsa di Hong Kong (-9,4%). Si è trattato però di un errore: le "misure coercitive criminali" riguardavano un altro Ma, e non il co-fondatore del colosso dell’e-commerce. Il titolo ha recuperato buona parte delle perdite, ma l’accaduto mostra quanto gli investitori siano rimasti scottati dalla stretta del governo sulle Big Tech.
Alibaba affonda (e poi recupera) alla Borsa di Hong Kong per uno scambio di persona che ha coinvolto il suo co-fondatore Jack Ma: i titoli del colosso dell'e-commerce hanno toccato un minimo intraday a -9,4%, bruciando circa 26 miliardi di dollari di capitalizzazione, dopo che l'emittente statale Cctv ha riferito in mattinata che le autorità di Hangzhou, dove ha sede la società, avevano preso provvedimenti restrittivi su un individuo di nome Ma sospettato di utilizzare Internet per mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Le "misure coercitive criminali" nei confronti di un individuo di cognome Ma, adottate il 25 aprile dall'ufficio di sicurezza del capoluogo dello Zhejiang, sono state in seguito chiarite dal tabloid nazionalista Global Times, costola del Quotidiano del Popolo, secondo cui la persona coinvolta è il direttore del dipartimento di ricerca e sviluppo hardware di un'azienda tecnologica.
Le azioni Alibaba hanno recuperato gran parte delle perdite, terminando la seduta a -1,76%, sulla precisazione della polizia di Hangzhou che il nome dell'accusato era scritto con tre caratteri cinesi e non con due come Ma Yun che è quello mandarino di Jack Ma. Le "misure coercitive criminali" possono includere la detenzione, l'arresto o la libertà su cauzione e nel caso specifico sono state disposte "per incitamento alla sovversione del potere statale e altre attività che mettono in pericolo la sicurezza nazionale". La reazione dei mercati è la riprova di quanto sia sensibile l'approccio degli investitori verso il comparto hi-tech e internet presi di mira dalla leadership cinese che, la scorsa settimana, ha segnalato attraverso il Politburo del Comitato centrale del Partito comunista una sorta di tregua per rilanciare l'economia del Dragone alle prese con una brusca frenata per i lockdown di contrasto al Covid, come quello ancora operativo a Shanghai.
Jack Ma si è dimesso dal consiglio di Alibaba nel 2020 e da allora non ha più responsabilità esecutive, secondo una dichiarazione della società di luglio 2021: le autorità di regolamentazione lo hanno messo sotto pressione (si temeva a un certo punto che fosse stato addirittura arrestato) insieme ad Alibaba, dopo aver bloccato a novembre 2020, a 48 ore dall'esordio sui listini di Shanghai e Hong Kong, l'Ipo di Ant Group - la fintech del gruppo di e-commerce e di cui Ma è azionista di peso - che sarebbe stata la più grande della storia, con un controvalore di 35 miliardi di dollari. In seguito, Alibaba ha pagato una maximulta antitrust di 2,8 miliardi di dollari e Ant ha dovuto avviare un processo di "rettifica" delle operazioni sotto la supervisione della Banca centrale (Pboc) trasformandosi in una holding finanziaria. Il tutto parte di una campagna voluta dal presidente Xi Jinping per frenare i presunti abusi ed eccessi da parte delle sempre più potenti società Internet.