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Lo Sri Lanka va in default
Una crisi economica senza precedenti, il crollo della rupia e un’inflazione al 40% mettono in ginocchio il Paese che, per la prima volta nella sua storia, non è più in grado di far fronte agli impegni. Ad aprile è saltato il pagamento di due cedole su bond che prevedevano la clausola di cross-default e ora dovranno essere avviate le negoziazioni per la ristrutturazione del debito
Lo Sri Lanka entra per la prima volta in default, dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948. La situazione del Paese non coglie di sorpresa il mondo finanziario, dopo che il governo aveva già ufficializzato le difficoltà per il pagamento del debito sovrano. Da diversi mesi il Paese asiatico si trova a dover fare i conti con una crisi economica senza precedenti, il crollo della valuta nazionale – la rupia - e il balzo dell'inflazione che viaggia verso il 40%. Una situazione che ha provocato tensioni sociali nel Paese, considerato anche che la pandemia ha ridotto di oltre tre quarti i guadagni provenienti dal settore del turismo. Gli esponenti politici hanno segnalato ai creditori che il Paese "non sarebbe stato in grado di effettuare i pagamenti fino a quando il debito non fosse stato ristrutturato e che quindi si trova in una situazione di default preventivo", ha affermato il Governatore della Banca Centrale Nandalal Weerasinghe nel corso di un briefing.
Andando agli aspetti più tecnici del default, lo Sri Lanka non è riuscito a onorare il pagamento delle cedole obbligazionarie, originariamente in scadenza il 18 aprile, per 78 milioni di dollari su titoli con scadenza 2023 e 2028. A questi si aggiunge inoltre un debito di 105 milioni di dollari alla Cina scaduto il 18 aprile. Molte delle obbligazioni del Paese asiatico hanno la cosiddetta condizione di 'cross-default', una clausola che in caso di mancato pagamento di una singola obbligazione si trascina su tutti i titoli in circolazione. Sul debito dello Sri Lanka in scadenza nel 2023 e 2028, la clausola scatta se non viene rispettato un pagamento che supera i 25 milioni di dollari.
Il Paese, intanto, dopo aver nominato il nuovo primo ministro potrebbe ora avviare la discussione con il Fondo Monetario Internazionale e la ristrutturazione del debito. Una operazione che "richiedere circa sei mesi, anche se al momento è difficile fare previsioni esatte", ha concluso Weerasinghe.