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VENERDÌ NERO
10/06/2022

L’inflazione Usa manda KO le Borse

Una delle peggiori sedute da inizio 2022, innescata dal dato sull’inflazione Usa di maggio, balzata all’8,6%. Wall Street teme una stretta ancora più radicale da parte della Fed: un aumento di mezzo punto dei tassi a giugno e un altro da 75 punti base a luglio. L’Europa brucia 265 miliardi (la peggiore è Piazza Affari che perde più del 5%) e riparte lo spread anche a causa della Bce

La galoppata dell'inflazione americana, schizzata ai massimi da 40 anni, e la stretta sui tassi annunciata dalla Bce affondano le Borse. Un venerdì nero per le piazze finanziarie mondiali. Quelle europee chiudono in profondo rosso, bruciando 265 miliardi di dollari, con Milano, la peggiore, che perde il 5,17% e vede andare in fumo 39 miliardi. Non va meglio a Wall Street, dove i listini accusano perdite fra il 2 e il 3% con la corsa dei prezzi che aumenta le chance di una Fed ancora più aggressiva.
Il balzo dell'inflazione negli Stati Uniti all'8,6% in maggio, ben oltre le attese degli analisti, apre infatti la strada a strette decise da parte della banca centrale americana. Un ritocco da mezzo punto percentuale è dato ormai per scontato alla riunione della prossima settimana, e l'attenzione degli analisti e degli investitori è tutta concentrata sugli appuntamenti successivi. Le chance di un rialzo dei tassi da 75 punti base in luglio aumentano, così come quelle di un altro rialzo da mezzo punto a settembre. Un ciclo di strette aggressivo che spaventa Wall Street, sempre più preoccupata da una possibile recessione. Trema anche la Casa Bianca di Joe Biden che sul caro-vita rischia di perdere le elezioni di metà mandato di novembre. La frustrazione fra gli americani infatti sta crescendo, soprattutto per un caro-benzina che non lascia tregua: servono ormai 100 dollari per il pieno di un'auto. E la frustrazione potrebbe tradursi in una fuga dal partito democratico e in un Biden che, senza la maggioranza in Congresso, si ritroverebbe 'anatra zoppa' negli ultimi due anni di presidenza. "Faremo il possibile per far calare i prezzi", assicura il presidente americano, notando come "l'inflazione non sta calando rapidamente".
La volata dell'inflazione negli Stati Uniti e l'attesa di una Fed 'falco' sono una doccia fredda anche per le piazze finanziarie europee, già innervosite dal repentino cambio di rotta della Bce. Dopo anni di politica monetaria accomodante Christine Lagarde ha abbandonato i toni da 'colomba' annunciando l'addio dopo sette anni agli acquisti di debito pubblico da parte della Bce e un primo rialzo dei tassi a luglio da un quarto di punto, cui ne seguirà un altro già a settembre probabilmente da mezzo punto. Chi si attendeva che la svolta fosse accompagnata da uno 'scudo anti-spread' è rimasto deluso: l'Eurotower, si è impegnata solo a parole, senza darsi una soglia di intervento. E proprio la mancanza di questo paracadute a sostegno dei titoli di Stato dei Paesi periferici innesca una fuga degli investitori dagli Stati europei più indebitati, causando un'impennata dei loro costi di finanziamento.
Lo spread fra Btp e Bund è arrivato fino a 225 punti, ovvero a un livello che non si vedeva dal febbraio del 2014 e superiore all'impennata vista nel 2018. I redimenti sui bond greci a 10 anni sono saliti di 0,23 punti percentuali al 4,28%, oltre i massimi toccati durante la pandemia. Tensioni si sono registrate anche sul debito spagnolo e portoghese dilagando poi anche alle banche europee, molte della quali hanno in portafoglio quote importanti di debito sovrano. A Piazza Affari proprio gli istituti di credito hanno pagato un prezzo pesante. Nel giorno della presentazione del suo nuovo piano Bper ha perso il 12,9%. Calo a due cifre anche per Banco Bpm (-12%). Ma non hanno fatto molto meglio Fineco (-9,4%), Unicredit (-9,1%), Azimut (-9%), Banca Generali (-8,3%), Unipol (-8,2%) e Intesa (-7,3%). 
Al nuovo scossone sui mercati globali guardano con preoccupazione gli analisti, agitati dalla strette repentine, aggressive e in contemporanea delle principali banche centrali. E soprattutto alle loro conseguenze su un'economia mondiale che non ha ancora recuperato in pieno dalla crisi della pandemia e si ritrova già alle prese con la paura di una recessione, o ancora peggio di una stagflazione.

Autore: ANSA