Focus On

INFLAZIONE
26/07/2022

Amazon Prime: il prezzo aumenta del 38%

Amazon ha annunciato con una lettera ai clienti che il costo annuo dell’abbonamento passerà da 36 a 49,90 euro dal prossimo 15 settembre e motiva la decisione con l’aumento generale dei costi complessivi che incidono sul servizio Prime e che si basano su circostante esterne (l’inflazione). Associazioni dei consumatori sul piede di guerra: “Rincaro abnorme e ingiustificato”

L'inflazione comincia a far sentire il proprio potenziale distruttivo per le tasche degli italiani anche nei servizi e nell'e-commerce. Dopo le decisione o le ipotesi di riorganizzazione delle tariffe da parte delle piattaforme streaming nelle ultime settimane, è stato annunciato che il prezzo dell'abbonamento Prime di Amazon salirà da 36 a 49,90 euro l'anno. Un aumento giudicato 'abnorme' dal Codacons visto che è pari a poco meno del 40% e contestato anche da Federconsumatori. La decisione di aumentare il prezzo è stata comunicato dalla società di Jeff Bezos in una lettera agli abbonati stessi in cui spiega che il costo cambierà a partire dal prossimo 15 settembre. L'abbonamento Prime mensile aumenterà da 3,99 euro a 4,99 euro. "Le ragioni di questa modifica - è la motivazione addotta da Amazon - sono relative a un aumento generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all'inflazione, che incide sui costi specifici del servizio Amazon Prime in Italia e si basano su circostanze esterne, fuori dal nostro controllo. È la prima volta che modifichiamo il prezzo di Prime in Italia dal 2018".
I consumatori però protestano. Il Codacons ha deciso di rivolgersi direttamente all'azienda chiedendo un incontro urgente. A fronte di una inflazione all'8% - afferma l'associazione - Amazon ha deciso unilateralmente di aumentare i costi dell'abbonamento annuale addirittura del +38,6%, oltre 4 volte il tasso di crescita dei prezzi al dettaglio, mentre il costo della tariffa mensile sale del 25%. "Rincari abnormi che pongono gli utenti in una posizione di evidente svantaggio, e sui quali la società deve fare dietrofront". Per Federconsumatori con questo incremento, solo in Italia, l'azienda incasserà 83,4 milioni di Euro in più, a livello globale ne dovrebbe incassare circa 5,3 miliardi. "Non è infondato il sospetto che - si legge nella nota dell'associazione - attraverso tale operazione, Amazon voglia rifarsi, a spese dei cittadini, delle perdite riportate nel primo trimestre di quest'anno, che a livello globale ammontano a 3,8 miliardi di dollari, dopo un profitto di 8,1 miliardi dello stesso periodo dell'anno precedente. Invieremo all'AGCM una segnalazione per approfondire la natura, ma soprattutto la portata sproporzionata di questi aumenti. Anche all'azienda chiederemo chiarimenti in merito a questi aumenti così elevati, da essere a nostro avviso del tutto fuori luogo e forse anche controproducenti, perché indurranno molti cittadini, già stufi dei rincari, ad abbandonare il servizio".
Per fronteggiare l'aumento dei costi e del calo degli abbonamenti, sebbene nel secondo trimestre siano calati meno del previsto, anche Netflix è corsa ai ripari 'piegandosi' alla pubblicità: Microsoft ha annunciato infatti che gestirà le vendite di spazi pubblicitari sulla piattaforma del colosso dello streaming, che vuole proporre abbonamenti meno cari ma con qualche spot. Nei piani di Netflix, come riportato nella lettera di Netflix agli azionisti nei giorni scorsi, ora c'è la possibilità sia di una opzione con gli spot, sia quella senza interruzioni pubblicitarie ovviamente con costi differenti. Il tutto dovrebbe diventare operativo nella prima parte del 2023. 

Autore: ANSA