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TELECOMUNICAZIONI
08/09/2022

A Piazza Affari Tim sprofonda sotto i 0,2 euro

Le tensioni tra i soci sulla valutazione della rete pesano sull’andamento del titolo, che tocca il minimo storico assoluto a 0,19 euro. La capitalizzazione scende a 4 miliardi di euro. I francesi di Vivendi attaccano il presidente di Cdp e consigliere di Tim, Giovanni Gorno Tempini per conflitto d’interesse. Entro fine mese è attesa l’offerta della Cassa, che farà da base per la trattativa

Tim sprofonda in Borsa mentre si acuiscono le tensioni tra gli azionisti forti del gruppo telefonico, Cdp e Vivendi, con sullo sfondo la valutazione della rete. Il titolo ha perso a Piazza Affari un altro 5,1% a 0,1916 euro, scivolando per la prima volta nella sua storia sotto gli 0,2 euro per azione. La capitalizzazione dell'ex monopolista telefonico è ormai scesa a 4 miliardi di euro e poco sotto i 3 miliardi per il capitale ordinario, quello che vota in assemblea. Vivendi, che di Tim ha quasi il 23,7%, ha messo nel mirino il presidente di Cdp e consigliere di Tim, Giovanni Gorno Tempini, accusandolo di essere in conflitto di interesse nell'operazione finalizzata alla cessione della rete, che vede come controparte proprio Cassa Depositi e Prestiti (assieme a Macquarie e Kkr) e come destinazione finale la creazione della rete unica con Open Fiber. Le critiche sono state espresse in due lettere al board di Tim, la prima in agosto, la seconda recapitata questa settimana e contenente anche rimostranze sull'adeguatezza della governance di Tim, accompagnata dalla richiesta di un atteggiamento più collaborativo verso i francesi, che lamentano di non riuscire ad avere risposte alle questioni sollevate.
L'attacco a Gorno Tempini arriva dopo che il presidente di Cdp, in un consiglio di Tim, aveva criticato le modalità con cui Vivendi aveva fatto pervenire all'attenzione del cda una valutazione della rete raccolta dal suo advisor, Rothschild, e finita quasi in tempo reale sui giornali. Critiche di metodo, che non entravano nel merito della valutazione (31-34 miliardi di euro, ben superiore a quelle circolate sul mercato) espressa dai consulenti dei francesi. Questo accumulo di tensioni non sta aiutando il titolo in Borsa, che già sconta l'incertezza sulla realizzazione della rete unica, acuita dalla caduta del governo Draghi, un contesto di mercato e macro complesso (anche il rialzo dei tassi non agevola), ma soprattutto la distanza tra la valutazione pubblica attribuita da Vivendi alla rete e quello che Cdp, assieme a Macquarie e Kkr, potrebbe essere disposta a pagare.
Chi è al lavoro sul dossier ritiene però che quella dei francesi possa essere una posizione negoziale, finalizzata a cercare ad alzare il più possibile la posta con l'obiettivo di ridurre le perdite miliardarie accumulate in Borsa con l'investimento in Tim. Da Cdp, con la proposta non vincolante che potrebbe recapitare a cavallo delle elezioni, dovrebbe arrivare un'offerta che - seppure non al livello di quanto chiesto dai francesi - cercherà di essere la base per una trattativa, con l'obiettivo di trovare la quadra per un accordo vincolante entro il termine di ottobre fissato dal memorandum of understanding. Anche perché nella Cassa ci sarebbe la convinzione che la rete unica abbia una forte valenza industriale e strategica e che sia nell'interesse di tutte le parti - inclusa la politica - portare a termine l'operazione.

Autore: ANSA