Focus On
L'Eurogruppo: “cresce il rischio recessione”
I ministri europei concordano che in questa fase il nemico numero uno è l’inflazione e che per vincere la battaglia serve un “pacchetto efficace sull’energia”. Per la Commissione Ue occorre trovare un equilibrio tra crescita, controllo dell'inflazione e protezione dei più vulnerabili, ed è su questo equilibrio che nei prossimi mesi si giocherà la partita sulla riforma del Patto di Stabilità
Il nemico della crescita è uno solo, ed è l'inflazione. E da qui in avanti le politiche fiscali dell'Eurozona e dell'Ue non potranno non tenerne conto. Alla vigilia di un inverno che si preannuncia a dir poco tempestoso, l'Eurogruppo riunito a Praga ha trovato piena intesa almeno sull'obiettivo contro cui muoversi: invertire il trend dell'inflazione, e farlo con uno stretto coordinamento. Ed è una battaglia che ha legato la riunione nella capitale ceca con quella, contemporanea, dei ministri dell'Energia a Bruxelles. Perché, per dirla con le parole del commissario all'Economia Paolo Gentiloni, solo "con un pacchetto efficace" sull'energia la lotta all'inflazione può avere qualche successo.
Il trend dell'economia europea, nonostante tutto, resta in crescita. Ma potrebbe durare poco. "La recessione non è inevitabile, ma - va detto con onestà - il rischio è evidentemente aumentato", ha ammesso Gentiloni, ricordando che, a causa dell'energia, è stato speso già lo 0,9% del Pil dell'Ue. "Dobbiamo trovare un delicato equilibrio tra crescita, controllo dell'inflazione e protezione dei più vulnerabili", gli ha fatto eco Valdis Dombrovskis. Ed è su questo equilibrio che, da qui ai prossimi mesi, si giocherà il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità. A fine ottobre la Commissione metterà sul tavolo le sue proposte. I limiti di deficit e debito - 3% e 60% del Pil - resteranno. Il rialzo dei tassi operato dalla Bce rende ancora più delicata la posizione di chi, come l'Italia, ha un debito elevato. "La Bce ha dato un forte segnale. Questo vuol dire restare su una neutralità fiscale e ridurre il debito. Farlo è più importante che nelle scorse decadi", ha avvertito il ministro delle Finanze Christian Lindner, confermando come i "falchi" siano pronti a farsi sentire. Eppure, per Gentiloni, c'è spazio di manovra sul ritmo del rientro dal debito dei Paesi membri. Un ritmo che dovrà essere più realistico, "Lo stesso governo tedesco riconosce che non possiamo sopraffare i Paesi quando si tratta di ripagare il debito", ha osservato il commissario Ue. La discussione sul Patto entrerà nel vivo mentre, a Roma, prenderà le redini del Paese un nuovo governo. E l'Ue non può che non tenerne conto, ma allo stesso tempo a Bruxelles ci si vuol muovere con prudenza. Se i ministri europei sono preoccupati? "Sono interessati...", ha sorriso Gentiloni. Mentre il commissario al Budget Johannes Hahn ha anticipato l'invito che, fra qualche settimane, potrebbe arrivare dall'Unione. "Oggi più che mai servono soluzioni europee" e "l'Ue si aspetta cooperazione". Anche perché, ha sottolineato, "è razionale farlo". Da Roma, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha mostrato perfetta sintonia. "La priorità è vincere l'inflazione, la stabilità monetaria è cruciale", ha rimarcato proprio mentre a Praga la presidente della Bce Christine Lagarde confermava l'obiettivo di riportare l'inflazione al 2% nel medio termine e prometteva "la stessa determinazione" usata per la crisi del Covid.
La tempesta inflattiva potrebbe sbloccare l'impasse sulla tassazione minima globale. Italia, Francia, Germania, Olanda e Spagna, in un documento congiunto, hanno messo nero su bianco che va attuata nel 2023 "con ogni mezzo legale possibile". Se perdurerà il veto ungherese si proverà la strada della cooperazione rafforzata. Ma "siamo pronti anche ad applicarla a livello nazionale", hanno assicurato Lindner e il suo omologo francese Bruno Le Maire.