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Gli azionisti Twitter dicono sì all'offerta di Musk
Nel giorno in cui la “talpa” Peiter Zatko, ex responsabile della sicurezza della società, sciorina le sue gravi accuse davanti alla Commissione giustizia del Senato Usa, gli azionisti di Twitter approvano l’offerta da 44 miliardi avanzata dal patron di Tesla per rilevare il 100% dell’azienda e dalla quale sta ora cercando di sfilarsi. Le accuse di Zatko rendono più incerta la partita legale
Gli azionisti di Twitter dicono sì a Elon Musk, promuovendo l'offerta da 44 miliardi di dollari dalla quale il patron di Tesla sta cercando di svincolarsi. La benedizione all'accordo arriva in una giornata difficile per la società: la talpa Peiter Zatko, il suo ex responsabile della sicurezza, compare davanti alla Commissione giustizia del Senato e dettaglia le sue accuse contro il social ai senatori americani. La leadership di Twitter ha "ignorato" gli avvertimenti degli ingegneri e, complici gli incentivi previsti, ha dato "priorità ai profitti rispetto alla sicurezza", ha spiegato Zatko, osservando come le falle e le carenze del social siano una "bomba a orologeria" e comportino rischi anche in termini di sicurezza nazionale. La società - ha chiarito 'Mudge', il nome con cui l'ex manager è conosciuto nel mondo cyber – infatti non è in grado di controllare l'accesso al sistema dei suoi dipendenti, rendendo praticamente impossibile per la società individuare la presenza di agenti esteri fra i suoi ranghi e cacciarli. Twitter "ha ingannato gli utenti e gli investitori", ha aggiunto fra lo stupore dei senatori americani che chiedono maggiori controlli stile europeo e aleggiano l'ipotesi di un'uscita dell'attuale amministratore delegato Parag Agrawal.
"Se le accuse sono vere, non vedo come l'amministratore delegato Agrawal possa mantenere il suo incarico", ha detto il repubblicano Chuck Grassley riferendo che Agrawal era stato invitato a partecipare all'audizione, ma ha declinato l'offerta. Le accuse di Zatko, rinomato per essere un hacker “buono” e per la sua storica udienza in Senato nel 1998 quando lanciò l'allarme sulla debolezza dell'infrastruttura del web, rischiano di complicare la battaglia legale di Twitter contro Musk. Dopo aver corteggiato la società per mesi e messo sul piatto 44 miliardi, l'uomo più ricco del mondo vuole ritirare la sua offerta e ci ha già provato, senza successo, per tre volte. L'ultima parola spetta ora al tribunale del Delaware, al quale Twitter è ricorsa per costringere il patron di Tesla a onorare il suo impegno. In un primo momento, secondo gli osservatori, la vittoria in tribunale per il social media sembrava a portata di mano. La sua posizione però si è indebolita con il passare delle settimane e un duro colpo è arrivato proprio da Zatko che, con le sue accuse, sembra dare ragione a Musk sugli account falsi e spam. Il fatto che Twitter abbia poi pagato al suo ex responsabile per la sicurezza un'indennità di fine rapporto da 7 milioni di dollari in seguito al suo licenziamento complica ulteriormente la partita, aprendo la porta a Musk per rivendicare quella che ritiene un'ennesima violazione dell'accordo di acquisto che vieta pagamenti "al di fuori delle pratiche del passato".