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STARTUP
28/09/2022

Satispay è il nuovo unicorno italiano

L’azienda piemontese di pagamenti elettronici ha una valutazione di mercato superiore al miliardo di euro grazie all’ultimo round di finanziamento da 320 milioni, con cui ha fatto ingresso nel capitale anche Addition, il venture capital dell'americano Lee Fixel. Le nuove risorse serviranno alla crescita in Europa mediante acquisizioni. Si guarda a Belgio, Olanda, Austria, Grecia e Portogallo

Satispay è il nuovo 'unicorno' italiano: la sua valutazione di mercato ha superato 1 miliardo di euro grazie alla raccolta di altri 320 milioni di euro di investimenti con cui è entrato nella società anche Addition, il venture capital dell'americano Lee Fixel. Ora la startup piemontese per i pagamenti elettronici, ha una community di oltre 3 milioni di persone e 200.000 negozi attivi, e vuole conquistare l'Europa. "Guardiamo a tutta Europa ma c'è molto anche in Italia, in target ce ne sono più italiane che internazionali - risponde il ceo Alberto Dalmasso. Satispay è entrata in Germania (a Berlino e Norimberga), si è estesa al Lussemburgo e alla Francia (a Metx nel Nordest e in Costa Azzurra) e ora "stiamo guardando con occhio tattico, non possiamo esagerare, al Belgio, all'Olanda, all'Austria, Grecia e Portogallo. Il target però non sono aziende di pagamento competitor, ma al contrario business affini che vadano a sostenere l'offerta.
Al di là delle acquisizioni in Italia, c'è ancora spazio per crescere come numero di clienti - aggiunge Dalmasso - ci sono 60 milioni di persone e 3 milioni di clienti che abbiamo sono un bel traguardo, ma nulla rispetto a quello che Satispay può diventare: l'Italia può diventare il motore della profittabilità per poi finanziare una crescita internazionale nel giro di un paio d'anni". Il lavoro è tanto anche per far crescere Satispay nel suo 'core' business: "vogliamo estenderlo ai minorenni, ai professionisti, andare oltre al prepagato. Il focus – spiega Dalmasso - è rendere Satispay, lo strumento di pagamento più completo". E anche se è ancora una startup - fa intendere Dalmasso - l'asticella viene continuamente spostata più avanti. "Sappiamo quale dimensione ci serve per essere profittevoli, ma noi non vogliamo un'azienda con un piccolo ebitda" e per ora Dalmasso ha preferito investire sulla crescita "senza fretta sul break even. Ma lavoreremo sull'efficienza. In un paio d'anni vogliamo raddoppiare il ritmo di crescita e nei prossimi tre anni definiremo se assestarci o crescere ancora". 
Anche la quotazione in Borsa di Satispay può attendere. "E' sempre stato il nostro obiettivo, ma non è questo il momento di una quotazione guardando i mercati e siamo ancora piccoli come team, preferiamo evitare la pressione" spiega il manager, facendo il punto dopo la chiusura dell'ultima
raccolta di investimenti. "Il mercato dei capitali è ancora capiente e rende meno urgente un approdo in Borsa" aggiunge. Dalmasso infine, sollecitato sulle attese sul prossimo governo, ripete quello che aveva sottoposto anche al precedente esecutivo: "chiediamo di trattare tutti gli strumenti di pagamento in modo equo. È zoppa la legge sull'obbligo pos del 2015, le sanzioni agli esercenti non funzionano e l'unica norma parla di obbligo carte: secondo noi bisognerebbe parlare in generale di pagamenti elettronici". 

Autore: ANSA