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CRISI ENERGETICA
21/10/2022

Ue verso l’intesa sul gas, il prezzo crolla

Soddisfatto Mario Draghi che con il price cap dinamico temporaneo vede accolte buona parte delle sue proposte, anche se le riserve di Berlino e Amsterdam sono state superate grazie a una “clausola di fiducia” che garantisce che non venga messa a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento del gas. Spiragli su un rafforzamento del RePowerEu. Il prezzo del gas scende a 112 euro

Un bicchiere mezzo pieno per l'Italia e per tutto il fronte del price cap, che ora l'Europa dovrà colmare con decisioni operative e finanziamenti comuni. La lunga notte di trattative a Bruxelles lascia il sorriso al premier Mario Draghi, che si congeda dal palcoscenico europeo con un primo importante accordo sul combattuto tetto al prezzo del gas per frenare i rincari e uno spiraglio per immaginare nuovi strumenti di debito comune con cui fare scudo alla crisi economica. La chiave di volta è tutta in una 'clausola di fiducia' sull'intero pacchetto che è riuscita a trascinare Berlino dai confini dell'isolamento alla terra di mezzo di un compromesso che, ha evidenziato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, con il solo annuncio ha già portato in basso i prezzi, crollati sull'indice di riferimento europeo Ttf a 112 euro al megawattora.
"Abbiamo sempre detto che la risposta alla crisi deve essere europea per preservare l'unità dei nostri Paese", ha scandito il premier alla sua ultima conferenza stampa nel palazzo del Justus Lipsius. Un'unità che l'accordo politico raggiunto ha messo in evidenza e che "nessuno prima della riunione poteva immaginare", ha rimarcato. Soprattutto viste le crepe sull'asse Parigi-Berlino e le divergenze tra il fronte dei falchi del Nord e il resto dei Paesi a favore del cap, una maggioranza qualificata che sarebbe da sola sufficiente ad approvare le proposte Ue. Fonti diplomatiche impegnate nei negoziati hanno descritto la lunga nottata come un lento movimento tettonico per avvicinare le due faglie più agli antipodi, quelle di Roma e Berlino, trovando alla fine un cammino comune da fare insieme.
Una narrazione confermata anche da Draghi che, forte di "un pacchetto che accoglie tutte le proposte dell'Italia", ha ripercorso alcuni dei momenti degli intensi colloqui con il cancelliere Olaf Scholz - affiancati dagli scambi tra i rispettivi sherpa - culminati alla fine in "una convergenza". La partita però non è certo finita qui. Il price cap dinamico temporaneo sul gas è sopravvissuto finora alle riserve tedesche (e non solo) grazie alle salvaguardie contenute nell'articolo 23 del Regolamento proposto dalla Commissione lo scorso 18 ottobre. La più importante recita un adagio vitale per Berlino: non mettere a repentaglio la sicurezza dell'approvvigionamento di gas. E, condizione necessaria poi per L'Aja, non comportare un aumento complessivo dei consumi.
Il crono programma più roseo indicato da Roma e Parigi fissa il traguardo sul corridoio di prezzo già a inizio novembre, dopo le riunioni dei ministri dell'Energia il 25 ottobre e delle Finanze il 7 e 8 novembre. Un'agenda sulla quale però la posizione di Berlino, affiancata con determinazione da L'Aja, torna a divergere. Sul gas "noi vogliamo limitare i picchi, non è un cap", ha chiarito Scholz, pur "fiducioso" che alla fine si possa procedere senza convocare l'ennesimo vertice straordinario tra i leader. Le misure, nel concreto, non cambiano da quelle messe sul tavolo dalla Commissione europea: si va dalla piattaforma aggregata per il gas - obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa - fino a un price cap al gas nella formazione dell'elettricità. Modello in gergo noto come eccezione iberica perché già attuato da Spagna e Portogallo, caldeggiato dalla Francia ma non dalla Germania, e sul quale si potrebbe aprire la strada per un nuovo Sure sull'energia. Le rigoriste Berlino e L'Aja scacciano l'eventualità, tornando a ripetere come un mantra che i fondi già a disposizione nel NextGenerationEu sono più che sufficienti a fronteggiare la crisi e che i prezzi del gas non sono destinati a subire ulteriori picchi almeno fino alla prossima primavera - quando poi il nuovo indice di riferimento alternativo al Ttf sarà pronto. Bruxelles però ha promesso un'analisi per capire almeno se vi sia la possibilità di rinforzare il RePowerEu. Un altro "piccolo passo" in avanti e una dote in più nell'eredità che lascia Mario Draghi. 

Autore: ANSA