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Fitch conferma il rating, ma vede tempi duri
L’agenzia statunitense reitera il giudizio BBB sull’Italia e l’outlook stabile, ma vede in arrivo una forte decelerazione dell’economia italiana a causa della crisi energetica, con il Pil che nel 2003 si contrarrà dello 0,4% contro il +0,6% previsto dal governo nella nota di aggiornamento. A preoccupare sono anche le mosse della Bce, che si prepara a nuovi rialzi e a cancellare il Qe
Fitch conferma il rating BBB all'Italia e indica per il futuro prospettive stabili nella valutazione del debito del Paese. Ma vede l'arrivo della recessione nel prossimo anno a causa di "una forte decelerazione" della crescita economica dell'Italia a partire dal quarto trimestre per lo shock energetico. Per il 2023 l'agenzia di rating prevede un Pil in contrazione dello 0,4%, meglio del -0,7% previsto in precedenza, ma molto lontano dal +0,6% appena indicato dal governo nella Nadef.
Le valutazioni di arrivano in un contesto nel quale l'inflazione americana potrà anche aver raggiunto il 'picco' inducendo la Fed alla cautela e la recessione in Europa è data per acquisita. Ma nel quale la Bce non dà segnali di volersi fermare: anzi, la presidente Christine Lagarde lascia intendere che potrebbe essere necessario arrivare a tassi restrittivi e anticipare l'addio al Qe. A meno di un mese dal meeting del 15 dicembre, che cadrà a poche ore dalla riunione della Fed, le 'colombe' nel Consiglio Bce - dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco al consigliere esecutivo Fabio Panetta - hanno invocato prudenza, dopo che fra luglio e novembre Francoforte ha alzato i tassi di due punti
pieni al 2%. Ma il fronte dei 'falchi' sembra più numeroso e torna a farsi sentire il presidente della Bundesbank Joachim Nagel: la Bce "farebbe male" a fermarsi adesso sui timori per la crescita e deve iniziare a liberarsi dei titoli di Stato in bilancio "agli inizi del prossimo anno".
Da mesi la Bce ha interrotto gli acquisti di nuovi bond, ma continua a tenere in bilancio oltre 4.300 miliardi di titoli rinnovando di volta in volta quelli che scadono. Il programma era continuare così almeno per tutto il 2023, ma Lagarde ha fatto capire che l'addio al Qe - ossia la riduzione delle dimensioni del bilancio della Bce - potrebbe essere anticipato: "è opportuno che il bilancio, in modo misurato e prevedibile, sia normalizzato" e "a dicembre definiremo i principi-chiave" per farlo.