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CRISI ENERGETICA
23/11/2022

Price Cap nel caos: la proposta Ue scontenta tutti

Una misura tardiva, “insufficiente, inefficace e incoerente", dice Parigi. Per Roma e Madrid la proposta della Commissione rischia di essere addirittura controproducente, soffiando sul fuoco della speculazione. E pesanti critiche a Bruxelles arrivano anche dai contrari al Price Cap: Olanda e Germania. Intanto il prezzo del Gas torna a salire, sfiorando i 130 euro al megawattora

Appena nato e già morto e sepolto. Il controverso price cap a 275 euro a megawattora proposto dalla Commissione europea scontenta tutti e mette i ministri dell'Energia, attesi a Bruxelles, davanti a un vicolo cieco. Dal quale sarà difficile uscire nelle settimane a venire. Ne sono una prova le prime reazioni dalle capitali che hanno già iniziato ad affilare le armi in vista del confronto con l'esecutivo Ue. A partire dalla stragrande maggioranza dei Paesi - Roma in testa - che il cap lo invocano da tempo, ma non certo nei numeri e nelle modalità di quello targato Ursula von der Leyen. Recriminazioni a cui si accoda il manipolo dei contrari, guidati da Germania e Paesi Bassi, che del meccanismo invece non vogliono proprio sentir parlare. E, come se non bastasse, nemmeno i mercati sembrano gradire, con il gas che è tornato a volare sfiorando i 130 euro al megawattora ad Amsterdam con un aumento dell'8,34%, dopo aver toccato un massimo di giornata a 133,9 euro (+11%).
Il giorno dopo la travagliata proposta, la pioggia di critiche su Palazzo Berlaymont è incessante. C'è chi bolla il testo legislativo come 'un gioco', chi come un disegno 'del tutto fuori luogo' e chi esprime profonda 'insoddisfazione'. Tanto che, è la battuta che circola nelle cancellerie europee, la Commissione europea è riuscita a mettere tutti d'accordo. Con un unico comun denominatore emerso anche dalla riunione, descritta da più parti come molto politica, degli ambasciatori Ue: la proposta è da affossare. E sotto più punti di vista, dalla soglia (ritenuta decisamente troppo alta) alle modalità di attivazione, che prevedono che la quotazione resti al di sopra dei 275 euro a megawattora per due settimane consecutive e che lo spread con gli indici di riferimento globali per il Gnl sia di almeno 58 euro per megawattora per 10 giorni consecutivi. Uno scenario in cui - si ironizza anche in rete - i pianeti dovrebbero allinearsi e che non si è verificato nemmeno durante la crisi dei prezzi di agosto.
A conti fatti, per l'Italia il cap Ue così com'è "rischia di essere inefficace, una pura bandiera" che - ha argomentato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto - invece che arginare la speculazione non farebbe che soffiarci sopra, rivelandosi controproducente. Anche la ministra spagnola Teresa Ribeira si è detta pronta a opporsi "in maniera forte" a un testo che sembra "un gioco", colpevole di "generare l'effetto opposto a quello desiderato" con "un maggiore aumento artificiale dei prezzi", mentre da Varsavia un "preoccupato" primo ministro Mateusz Morawiecki punta a fare squadra con gli omologhi di Visegrad. Ed è lapidario il giudizio di Parigi: la proposta, hanno sentenziato fonti di governo, "è insufficiente, inefficace e incoerente" e ora Bruxelles deve presentare "soluzioni praticabili e operative", non fare "propaganda politica". Una richiesta che l'alleanza dei quindici Paesi sostenitori del cap (tra loro anche Belgio, Grecia e Croazia) è pronta a recapitare direttamente alla commissaria Ue per l'Energia, Kadri Simson, capro espiatorio di una battaglia che va avanti da sei mesi.
Ad aggravare la posizione di Palazzo Berlaymont è poi il biasimo del fronte dei contrari, capeggiato da Berlino e L'Aja per tradizione paladine del non interventismo sul mercato. E che della proposta, hanno spiegato alcune fonti diplomatiche europee, interpretandone lo scetticismo, avrebbero fatto volentieri a meno in quanto "molto rischiosa" per la sicurezza degli stock, "del tutto fuori luogo" e capace di influenzare i mercati in modo negativo allontanando i carichi di gnl dai porti europei.
Le premesse per uno scontro totale - che metterebbe a rischio anche il resto del pacchetto, acquisti congiunti e accordi di solidarietà compresi - ci sono tutte. E con l'accordo ormai vicino sul tetto al prezzo del petrolio russo - che potrebbe essere fissato tra i 65 e i 70 dollari al barile - per l'intesa sul gas le speranze sono ridotte al lumicino. 

Autore: ANSA