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PIAZZA AFFARI
03/12/2022

Delisting per oltre 20 titoli nel 2022

Le nuove quotazioni compensano le uscite con un rapporto di circa 1 a 1, ma anche quest’anno a lasciare il listino milanese sono titoli di “peso” e di storia, come Exor, Cerved, Banca Finnat, Atlantia, Dea Capital, Carige, Cattolica, La Doria e molti altri. La presidente di Borsa Italiana Claudia Parzani: “Delisting fisiologici, numeri in linea con gli anni precedenti”

Il fascino della Borsa non va in soffitta, ma anche nel 2022 sono in tanti ad aver detto addio a Piazza Affari. Uscite che in buona parte sono state compensate da nuove quotazioni, in un rapporto di quasi uno ad uno. I delisting "sono fisiologici e vogliamo anche pensare che i numeri non sono tanto diversi dagli anni precedenti", ha sottolineato qualche settimana fa la presidente di Borsa Italiana, Claudia Parzani, ricordando come quest'anno "abbiano fatto più notizia i nomi". Una strada che è stata presa nel 2022 da oltre una ventina di titoli, più o meno effettivamente come nel 2021.
A dare il via è stata Cerved, ad inizio febbraio, dopo la fusione per incorporazione in Castor Bidco, una volta completata l'offerta d'acquisto. Solo in un caso, che è quello di Exor, l'uscita è stata propedeutica a traslocare su un altro listino, l'Euronext di Amsterdam. L'ultima fuga andata in porto è quella di Banca Finnat dei Nattino. Nella galassia dei Benetton, a Opa conclusa, è pronta Atlantia. E nel 2023 sarà la volta di Autogrill, con le nozze con Dufry, che resterà invece quotata alla Borsa di Zurigo. La più 'fresca'  è invece Dea Capital con De Agostini, che ha lanciato l'Opa proprio in questi giorni. Il ritiro da Piazza Affari - è stato spiegato - assicurerà una maggiore flessibilità nella gestione, oltre che un risparmio di costi.
Ci sono poi addii come quello di Carige, finita sotto il controllo di Bper. A settembre l'istituto di Genova ha lasciato la Borsa dopo 27 anni. Il debutto era infatti datato 1995: la prima tra le banche di risparmio. Tra le assicurazioni della lista fa parte la veronese Cattolica, confluita nelle Generali. Il delisting riguarda un po' tutti i settori. Nell'energia ha lasciato Falck Renewables, che ha poi cambiato nome in Renantis, dopo l'uscita dei Falck e l'ingresso di JP Morgan. Nel settore immobiliare l'avventura in Borsa è durata circa 6 anni per la Coima Res di Manfredi Catella. Poi la decisione di ridisegnare la strategia con l'Opa del veicolo Evergreen in mano a Qatar holding.
Nell'alimentare, invece, le azioni di La Doria, la cui maggioranza è stata acquisita nell'ottobre del 2021 dall'Investindustrial di Andrea Bonomi, sono state invece revocate a maggio dalle quotazioni. Nella moda a salutare il listino sono state le borse di Fedon. Ma anche nel calcio c'è chi ha lasciato. Lo ha fatto l'As Roma, dopo 22 anni, e con Dan Friedkin proprietario del club giallorosso.

 

Autore: ANSA