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POLITICA MONETARIA
14/12/2022

Mercati delusi: la Fed non abbassa la guardia

La banca centrale statunitense ha alzato, come da previsioni, i tassi dello 0,5% ma ha anche detto chiaramente di non avere alcuna intenzione di fermarsi, almeno per ora: il ritmo dei rialzi “resterà appropriato”. Ora i tassi di riferimento Usa si trovano nella forchetta 4,25-4,50%. Wall Street, che sperava in toni più morbidi e in un allentamento nel 2023, ha chiuso in deciso calo

La Fed alza i tassi di mezzo punto percentuale, chiudendo il 2023 con il primo colpo di freno a una maxi-stretta che ha visto quattro aumenti consecutivi da 75 punti base. Una mossa che prende atto della frenata dell'inflazione (7,1% a novembre) e del rallentamento dell'economia, ma non prelude a uno stop: il ritmo dei rialzi "resterà appropriato". Stesso scenario per la Bce, con le Borse deboli e i Btp che tornano sotto tensione: il differenziale è tornato a superare 194 col rendimento a un passo dalla soglia di guardia (4%) per i rilievi della Ue su alcuni aspetti della legge di bilancio, dal tetto al contante alla sanatoria ai limiti ai pagamenti elettronici, alcuni dei quali parte integrante del Pnrr che i mercati vedono come cruciale per l'Italia. E pesa l'appuntamento con la Bce che si appresta ad annunciare  la 'tabella di marcia' sul quantitative tightening (Qt), il processo con cui inizierà a disfarsi già nel 2023 dei 5.000 miliardi di euro di bond comprati negli ultimi otto anni. La casa d'investimenti Pictet ipotizza 300 miliardi in meno rispetto al 2022, prefigurando l'uscita di un compratore di peso in un anno in cui la Germania farà emissioni record (539 miliardi la stima) e anche l'Italia ha scadenze ragguardevoli.
E' il percorso già intrapreso dalla Fed, che ha alzato il tasso sui Fed Funds, come nelle attese degli operatori, di 50 punti base passando dalla 'forchetta' 3,75%-4% a 4,25%-4,5% e preannunciato che - magari con una pausa invernale – alzerà ancora i tassi. La Fed intende "mantenere la posizione di politica monetaria restrittiva per un certo periodo di tempo", ha detto il governatore Jerome Powell, gelando le attese di chi si aspettava un taglio nel 2023. La delusione ha pesato su Wall Street che ha virato al ribasso col Dow Jones che ha perso oltre 300 punti. I governatori della banca centrale statunitense hanno indicato un tasso sui Fed Funds al 5,25% nel 2024, anche oltre le aspettative degli economisti, e Powell ha preannunciato che non si può abbassare la guardia sull'inflazione, dove permangono rischi al rialzo. Le attese, di fatto, sono per un atterraggio morbido dell'economia Usa, con una stima di crescita dello 0,5% che fa escludere una recessione dura. Grazie all'impatto meno drammatico del previsto della guerra in Ucraina e alle tensioni inflazionistiche in allentamento sia sulle materie prime che nei colli di bottiglia commerciali (come i lockdown in Cina). Uno scenario simile aspetta la Bce. Quella che doveva essere una maxi-recessione da shock energetico europeo, in realtà potrebbe concludersi con un rallentamento economico meno drammatico. Dei due Paesi più esposti al ricatto di Putin sul gas, Italia e Germania, la prima ha dato segnali di 'resilienza' che hanno indotto l'agenzia di rating Fitch a rivedere ad appena -0,1% una stima sul Pil 2023 che prima era a -0,7%. L'istituto Ifo ridimensiona poi il disastro a un -0,1% anche per la Germania, da -0,3%. Numeri che fotografano una 'mini-recessione' fra inverno e primavera, appena due trimestri, e poi un recupero. In teoria sarebbe un 'assist' ai 'falchi' nel Consiglio Bce che premono per una terza stretta consecutiva da 75 punti base. Ma l'inflazione rallentata al 10% a novembre dopo il record di 10,6% a ottobre consente prudenza. Nella sua equazione la Bce dovrebbe mettere anche la produzione industriale Ue scesa più del previsto (-2%) a ottobre. Ma pare difficile che le difficoltà economiche, ridimensionate rispetto a quanto si temeva pochi mesi fa, facciano premio su un'inflazione a doppia cifra che spetta alle banche centrali frenare.

Autore: ANSA