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04/01/2023

Egitto in crisi, crolla la sterlina

In ventiquattr’ore la valuta locale ha perso il 6% rispetto al dollaro toccando il nuovo minimo storico a quota 26,4. L’inflazione viaggia verso il 20% e nei supermercati è scattato il razionamento.  Banche e importatori non trovano dollari e in 10 mesi la sterlina si è deprezzata del 70%. Secondo Moody’s, l’Egitto è uno dei cinque Paesi più a rischio di non poter rimborsare il debito estero

La sterlina egiziana si è deprezzata del 6% in 24 ore, scendendo a un 'minimo storico' di 26,4 rispetto al dollaro, nel più brusco calo mai registrato da quando, a fine ottobre, la Banca centrale d'Egitto aveva svalutato di nuovo la divisa nazionale per ottenere un prestito da 3 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale (Fmi). Si tratta del più recente effetto della crisi egiziana che sta avendo ripercussioni concrete con aumenti dei prezzi, razionamenti nei supermercati e limitazioni nei prelievi bancari all'estero. Dopo tre anni di pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina, in Egitto in sostanza mancano i dollari e, per molte famiglie del più popoloso Paese mediorientale e nordafricano, con oltre 100 milioni di abitanti, far quadrare i conti è sempre più difficile. L'inflazione media è al 18,7%, ma il prezzo del pane è triplicato, ha segnalato l'Afp, riferendo che in alcuni supermercati viene consentito l'acquisto solo di "tre sacchi di riso", di "non più di due bottiglie di latte" o di "una bottiglia di olio". Una cliente ha denunciato aumenti del 75% della carne congelata e importata, che costa due volte meno di quella fresca.
L'impennata dei prezzi, sottolinea il Financial Times, è dovuta soprattutto al fatto che banche e importatori non trovano dollari: e così, nei porti, sono bloccati prodotti per un valore di 7 miliardi di dollari. Memori dall'emorragia avvenuta dell'inizio della guerra in Ucraina, ora diverse banche stanno limitando i prelievi in dollari ed euro all'estero – facendo innervosire anche i più facoltosi che possono permettersi viaggi in Europa - e hanno triplicato i costi di utilizzo della carta di credito. Anche presso i cambiavalute i biglietti verdi sono quasi introvabili. Seppure in aumento di 468 milioni rispetto a novembre, le riserve valutarie egiziane restano basse, a 34 miliardi di dollari a fronte dei 41 del febbraio scorso, e ben 28 sono depositi di Paesi del Golfo. Il debito estero egiziano è più che triplicato in 10 anni a 150 miliardi di euro. Le più recenti svalutazioni sono avvenute nel marzo e ottobre scorsi con un deprezzamento di circa il 70% in 10 mesi. E la prospettiva non è buona dopo che due banche pubbliche hanno annunciato l'emissione di certificati di deposito con un rendimento del 25% annuo.
In questo quadro, l'agenzia di rating Moody's sostiene che l'Egitto sia uno dei cinque Paesi più a rischio di non poter rimborsare il proprio debito estero, il cui servizio per il 2022-2023 ammonta a 42 miliardi di dollari. Per procurarli, il ministro dei Trasporti, Kamel al-Wazir, ha proposto di far pagare ai turisti i biglietti ferroviari in dollari. Ma la ricetta più realistica per uscire da questa situazione sembrano le privatizzazioni, richieste da Fmi e arrivate a lambire anche un totem del nazionalismo economico egiziano: il Canale di Suez, con i suoi miliardi di dollari di pedaggi di transito pagati dagli armatori per evitare il periplo dell'Africa.

Autore: ANSA