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EFFETTO TASSI
11/01/2023

Il costo dei mutui balza oltre il 3,5%

Secondo i dati ufficiali, a novembre il costo complessivo di un mutuo a tasso fisso ha raggiunto il 3,55%, ai massimi dal 2014, ma l’ulteriore rialzo dei tassi deciso dalla Bce a dicembre ha spinto il costo attuale intorno al 3,7-3,8%. Per il momento il mercato immobiliare tiene. Bankitalia segnala un calo dei depositi dello 0,3%, mentre i finanziamenti alle famiglie sono aumentati del 3,8%

Continuano a salire i tassi sui mutui che, a novembre scorso, hanno raggiunto il 3,55%, comprensivo di spese (Taeg) dal 3,23 del mese precedente, i massimi dal 2014. Un livello peraltro già superato visto l'aumento deciso dalla Bce a dicembre. Sul mercato infatti le offerte degli istituti di credito in questi giorni viaggiano attorno al 3,7-3,8%, anche perché Francoforte ha pubblicamente annunciato che proseguirà sulla strada degli aumenti de tassi. L'ultimo in ordine di tempo è stato il governatore austriaco e membro del Consiglio direttivo, Robert Holzmann, secondo cui "sui rialzi dei tassi d'interesse la determinazione della Bce non cambierà finché non si allenta l'inflazione di fondo, al netto di energia e alimentari", ed è troppo presto per parlare di un "tasso terminale".
Certo il mercato immobiliare in Italia tiene ancora. Nel confronto storico i tassi sono ancora relativamente bassi e sono state rifinanziate le misure a favore dei giovani. La vivacità del mercato, segnalano gli operatori, si mantiene nonostante l'aumento dei prezzi degli immobili e l'inflazione che erode il potere di acquisto e di risparmio delle famiglie. Su quest'ultimo punto un segnale arriva dal nuovo calo dei depositi. Secondo le tabelle della Banca d'Italia sono scesi a novembre dello 0,3% dopo lo 0,2% di ottobre. Un ribasso tuttavia che trova causa anche nello smobilizzo, da parte delle imprese di liquidità accumulata durante la pandemia. Sul fronte dei prestiti a famiglie e imprese si nota un rallentamento della crescita. I finanziamenti alle famiglie sono aumentati del 3,8 per cento sui dodici mesi (4,0 nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie del 2,8 (contro il 3,1 per cento nel mese precedente). Il caro bollette e gli effetti della crisi in Ucraina tuttavia non si fanno ancora sentire sui bilanci delle banche. Eventuali crisi aziendali e mancati pagamenti arrivano con un fisiologico ritardo nei conti degli istituti di credito, ma la tenuta del pil italiano ha comunque scongiurato gli scenari più foschi di impennata degli Npl. Inoltre le banche hanno imparato a 'trattare' i crediti a rischio in questi anni. Le sofferenze a novembre risultato stabili a 34 miliardi, mentre quelle nette sono scese leggermente a 16,2 miliardi.

Autore: ANSA