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UNIONE EUROPEA
15/01/2023

Prende quota l’idea di un fondo sovrano Ue

Dopo l’invito dei Commissari Thierry Breton e Paolo Gentiloni rilanciato con forza a dicembre da Ursula von der Leyen, anche il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, si dice d’accordo ritenendolo utile in settori chiave come la tecnologia, la difesa e l’energia verde. Cautela dai Paesi rigoristi, che chiedono di utilizzare tutti e bene i fondi stanziati per il Next Generation Eu

Accelera il dibattito sull'industria Ue. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si schiera a favore di un fondo sovrano. "Facciamolo", ha scritto in un editoriale per Politico. Servirebbe a garantire investimenti "in progetti nuovi e strategicamente importanti nei settori dell'energia verde, della tecnologia digitale e della difesa", ha segnalato, accodandosi all'invito a ottobre dei commissari Thierry Breton e Paolo Gentiloni a pensare a un 'nuovo Sure', invito reso ancor più esplicito a dicembre dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Lo scenario è un mosaico che va dai 370 miliardi di sussidi per le imprese americane dell'Inflation Reduction Act Usa, da cui sembrerebbero tagliate fuori le imprese Ue, al complesso contesto economico attuale tra rallentamento e inflazione alle stelle. Il caro energia domina sempre. Ma un Paese come la Germania a ottobre ha potuto schierare uno scudo da 200 miliardi per famiglie e imprese. Negli aiuti di Stato Ue, insomma, il re è nudo: non devono turbare condizioni di parità per preservare il mercato unico, devono essere eccezionali, mirati, temporanei. Ma solo Paesi con maggior spazio fiscale possono schierare fondi per il 5% del Pil, come nell'intervento di Berlino. A fine 2022 su 540 miliardi di aiuti di Stato nell'Unione, ben il 49,3% è stato notificato dalla Germania.
Nei giorni scorsi un documento di Parigi ha invitato a pensare a una politica industriale con una strategia 'Made in Europe', cui affiancare un fondo sovrano. Per Michel, spina dorsale del nuovo fondo dovrebbe essere la Banca europea per gli investimenti. Il fondo dovrebbe puntare sui settori strategici e avrebbe un effetto moltiplicatore stimolando altri investimenti privati. "L'Europa deve rimanere un continente di produzione e innovazione - ha avvertito -. Sostenere le nostre imprese e garantire la nostra competitività a livello globale" richiederà "nuovi modi di pensare e un atteggiamento positivo da parte di tutti noi. Insieme siamo più forti, più influenti e più sovrani". Dopo un confronto interlocutorio, il Consiglio europeo tornerà sul tema al vertice del 9-10 febbraio. Un primo giro d'orizzonte sul dialogo con l'amministrazione Usa sull'Ira (Inflation Reduction Act) e sui possibili impatti si avrà già all'Ecofin. Intanto la commissaria alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, iscritta alla schiera dei rigoristi, ha scritto agli Stati membri chiedendo pareri su una "urgente" revisione degli aiuti di Stato con qualche proposta sulle aree prioritarie di intervento, a partire dalla transizione verde. Di fondo strategico sembrerebbe non parlare. "Grande cautela" sulla revisione degli aiuti di Stato hanno chiesto espressamente Danimarca, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia e Svezia. Quanto al fondo, prima di nuovi strumenti secondo i rigoristi andrebbero spesi i 724 miliardi messi a disposizione dal Next Generation Eu, cioè il Pnrr.

Autore: ANSA