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BIG TECH
24/01/2023

Gli Usa all’attacco di Google: “E’ monopolio”

Il Dipartimento della Giustizia e otto Stati fanno causa al gigante di Mountain View per abuso di posizione dominante nel settore dell’advertising online. L’accusa chiede lo spezzatino della società con la separazione e la vendita dei prodotti tecnologici per la pubblicità, sostenendo che le pratiche anticoncorrenziali di Google hanno eliminato ogni potenziale minaccia al suo dominio

Gli Stati Uniti all'attacco di Google, accusata di monopolizzare e abusare della sua posizione dominante per sopprimere la concorrenza nella pubblicità digitale. Il Dipartimento di Giustizia e otto stati americani avviano un'azione antitrust contro Mountain View, la seconda in poco più di due anni e la quinta dal 2020, confermando così la volontà politica di controllare il potere esercitato da Big Tech sull'informazione e sul commercio online. Per l'amministrazione Biden la causa è un test importante in quanto rappresenta il primo banco di prova per Jonathan Kanter, il critico di Big Tech responsabile della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia.
Nell'azione legale Google è accusata di essere impegnata in una "sistematica campagna" per mettere le mani e mantenere il controllo sugli strumenti hi tech che gli inserzionisti usano per l'acquisto e la vendita della pubblicità digitale. Essendosi infiltrata "in tutti gli aspetti della pubblicità online", Google ha usato strumenti "anticoncorrenziali" per eliminare o sminuire ogni minaccia al "suo dominio della tecnologie per la pubblicità digitale", si legge nella documentazione - in tutto oltre 150 pagine - depositati in tribunale. Nella causa si chiede lo spezzatino di Google, con la separazione e la vendita dei prodotti tecnologici per gli spot online. I danni causati da Google sono "chiari: i creatori di siti guadagnano meno e gli inserzionisti pagano di più rispetto a quanto farebbero in un mercato in cui le pressioni competitive disciplinerebbero i prezzi e porterebbero a maggiore innovazione.
Google respinge le accuse, basate su una argomentazione "sbagliata" che potrebbe rallentare l'innovazione, aumentare le commissioni sulla pubblicità e rendere più difficile per migliaia di piccole imprese crescere.

Autore: ANSA