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Ue: “Big Tech pagheranno per reti e 5G”
Bruxelles vuole accelerare sulle infrastrutture e la connettività di ultima generazione e avvia una consultazione di dodici settimane per determinare se e come i grandi utilizzatori come Apple, Microsoft, Google, Meta debbano contribuire finanziariamente alla realizzazione delle reti, essendone i primi beneficiari: “Serve un contributo equo”. Tra misure anche cablaggio degli edifici
L'Ue accelera sulle reti in fibra, sul 5G e in una serie di iniziative per migliorare le infrastrutture nel Vecchio Continente, annunciando una consultazione sul futuro delle telecomunicazioni in Europa che può portare a una vera e propria rivoluzione: in futuro le 'Big Tech', come Google, Apple, Facebook, Amazon o Microsoft, potrebbero venir chiamate a pagare i costi delle reti, fino ad ora sostenuti dai grandi gruppi delle tlc come Tim, Deutsche Telekom, Orange e Telefonica. "E' urgente agire per garantire che l'Europa rimanga leader nel settore della connettività", ha detto il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, annunciando la consultazione di dodici settimane per individuare quali infrastrutture servano e come garantire gli investimenti necessari. Per gli operatori questi investimenti hanno oneri sempre maggiori e un basso ritorno, ha spiegato. Di contro, "i fornitori di contenuti e applicazioni Internet hanno potuto sviluppare prodotti sempre più attraenti grazie all'elevata qualità delle reti di connettività", ha avvertito. Il nodo, ha spiegato, è rispondere all'interrogativo su quale sia il "contributo equo" di tutti i soggetti coinvolti, per avere la prossima generazione di infrastrutture di connettività.
Il commissario ha negato esplicitamente che si tratterà di una 'tassa' sulla rete anche se ha eluso la domanda se tale 'contributo equo' sarà obbligatorio, invitando ad attendere l'esito della consultazione. "Stiamo parlando del futuro delle telecomunicazioni", ha detto, e non di "decidere la competizione o la battaglia" tra gli over-the-top, le imprese cioè che forniscono, con la rete Internet, servizi o applicazioni, e le telco. L'attesa generale è però che si vada verso un pagamento dei costi anche da parte dei 'Big Tech', perché in tutta l'Ue si arrivi a connessioni ad altissima velocità, aprendo interrogativi anche sul futuro della neutralità della rete. La proposta della Commissione è attesa per l'estate.
La consultazione è stata salutata con favore dall'associazione dei gruppi di tlc europei Etno, per cui l'accelerazione nella costruzione delle reti 5G e fibra "è un lavoro urgente". Decisamente negativa la reazione dell'associazione delle aziende utilizzatrici, Ccia Europe, per cui una tassa sulla connessione danneggerebbe i consumatori e minerebbe l'apertura di Internet. "Un esperimento normativo simile è già fallito in Corea del Sud", ha segnalato anche. Per il resto, per accelerare lo sviluppo delle infrastrutture e raggiungere l'obiettivo di 'connettività gigabit' in tutta l'Ue per il 2030, con il 'Pacchetto connettività' la Commissione ha annunciato una legge, la 'Gigabit Infrastructure Act', per consentire un'introduzione più rapida, economica ed efficace delle reti. Prevede tra l'altro lo snellimento di burocrazia e costi per le autorizzazioni, un coordinamento tra gli operatori nelle opere civili, l'accesso al tetto degli edifici pubblici. Tutti gli edifici nuovi o fortemente ristrutturati dovranno essere cablati. Una raccomandazione (in bozza) sarà rivolta alle autorità nazionali con misure sulle condizioni di accesso alle reti dei grandi operatori di tlc per incentivare un più rapido abbandono delle reti obsolete.