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RIPRESA CINESE
02/03/2023

La manifattura corre e spinge le Borse

La Cina registra il più poderoso incremento dell’attività manifatturiera dal 2012 grazie alla revoca della politica zero-Covid: a febbraio l’indice Pmi è cresciuto da 50,1 a 52,6, battendo le stime degli analisti e innescando un vero e proprio rally in Borsa. L’agenzia Moody’s rivede al rialzo le stime di crescita per il 2023 e il 2024 al 5% contro il 4% delle precedenti previsioni

L'attività manifatturiera cinese è rimbalzata a febbraio, mettendo a segno la più rapida espansione da aprile 2012 in scia alla ripartenza della produzione grazie alla revoca delle restrizioni draconiane anti-Covid decisa lo scorso dicembre. In questo modo, l'indice dei responsabili degli acquisti manifatturieri (Pmi) è salito a 52,6 da 50,1 di gennaio, secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica, posizionandosi oltre le stime degli analisti di 50,5 e alimentando l'euforia sui listini azionari globali, con la Borsa di Hong Kong in evidenza per il rally superiore al 4%. L'economia cinese ha chiuso il 2022 come uno dei suoi peggiori anni in quasi mezzo secolo a causa della rigida applicazione della politica della 'tolleranza zero' al Covid che ha stroncato produzione e consumi, creando gravi problemi sul fronte occupazione e della stabilità delle catene di approvvigionamento. Più in generale, per il 2023, l'outlook resta contrastante tra i principali partner commerciali alle prese con l'aumento dei tassi di interesse e le pressioni sui costi, mentre sul fronte interno pesano soprattutto la crisi del settore immobiliare e la fiducia dei consumatori tutta da ricostruire.
Il settore manifatturiero cinese è rimasto sotto pressione quest'anno con i prezzi alla produzione in calo a gennaio, come hanno mostrato i relativi dati, a causa dei consumi interni deboli e di una domanda estera incerta. L'attenzione dei mercati è rivolta alla riunione annuale del Parlamento, dal quale sono attesi gli obiettivi di crescita per il 2023 e le ulteriori politiche di sostegno per cementare la ripresa, nonché la linea dei funzionari economici che resterà in carica per il prossimo quinquennio. Moody's, di riflesso, ha rialzato le proiezioni di crescita del Dragone, portandole al 5% per il 2023 e il 2024, contro il 4% precedente. "Prevediamo che la domanda repressa sosterrà un rimbalzo dei consumi a partire da questa primavera", hanno scritto gli analisti dell'agenzia di rating, pur rilevando che la crescita diminuirà probabilmente nel medio termine. Le imprese hanno comunque accelerato la ripresa di lavoro e produzione, poiché l'effetto delle politiche di stabilizzazione economica è stato avvertito dal settore mentre l'impatto del Covid-19 si è attenuato, ha rilevato l'Ufficio nazionale di statistica. La Banca centrale cinese (Pboc) ha osservato venerdì che l'economia domestica dovrebbe "generalmente riprendersi" nel 2023, pur in presenza di un contesto esterno "severo e complesso".
A completare gli scenari, c'è da annotare anche l'indice dei responsabili degli acquisti non manifatturieri (Pmi), salito a febbraio a 56,3 da 54,4 di gennaio, indicando il passo di espansione più rapido da marzo 2021, in parte a causa della conseguente spinta alla spesa per infrastrutture e all'aumento dei finanziamenti per aiutare gli sviluppatori immobiliari a completare i progetti in stallo.

Autore: ANSA