Focus On

RIPRESA ECONOMICA
18/03/2023

La Cina interviene a sostegno della crescita

La banca centrale cinese ha tagliato a sorpresa di un ulteriore 0,25% il coefficiente di riserva obbligatoria: un intervento che ha l’obiettivo di rafforzare il sentiero della ripresa, ancora irregolare, e garantire un livello sufficiente di liquidità al sistema. Per il 2023 Pechino ha fissato un obiettivo di crescita del 5% e il nuovo premier Li Qiang si è impegnato a sostenere l’economia

La Banca centrale cinese (Pboc) interviene a difesa della liquidità sui mercati e a sostegno della ripresa economica con una sforbiciata dello 0,25% al coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) delle istituzioni finanziarie, taglio effettivo dal 27 marzo. La mossa, arrivata prima delle attese dato che l'ultimo intervento è di dicembre 2022 (sempre di 25 punti base), è maturata dopo gli ultimi dati macroeconomici che hanno segnalato una ripresa graduale ma irregolare e un'espansione del credito più forte del previsto a febbraio. Il taglio, ha spiegato la Pboc in una nota per motivare un trend in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo a livello globale per frenare l'inflazione, riflette l'intenzione "di creare la buona combinazione di politiche macro, di migliorare il livello dei servizi per l'economia reale e di mantenere la liquidità ragionevolmente sufficiente nel sistema del credito", con la promessa di tenere bassi i costi di finanziamento per le imprese.
Nei primi due mesi del 2023 l’attività economica, tra consumi e investimenti infrastrutturali, ha guidato la ripresa dopo la fine delle restrizioni della 'tolleranza zero' al Covid. Ma la base complessiva non è solida e altri tradizionali motori di crescita della Cina sono un'incognita: l'export e l'import restano deboli in mezzo a una crisi persistente del mercato immobiliare, capace fino al 2019 di generare fino a un terzo del Pil. Pechino ha fissato un obiettivo modesto di crescita per il 2023 ("circa il 5%"), dopo il 3% del 2022 (dal target "intorno al 5,5%"), tra più bassi degli ultimi 60 anni. Il nuovo premier cinese Li Qiang si è impegnato a sostenere l'economia, respingendo al contempo qualsiasi rischio alla stabilità.
La Banca centrale non ha fornito stime sulla liquidità a lungo termine che sarà rilasciata, ma gli analisti hanno stimato che la mossa possa liberare più di 500 miliardi di yuan (quasi 73 miliardi di dollari). Il capo governatore della Pboc, Yi Gang, ha dichiarato a inizio mese che i tassi di interesse reali della Cina "sono a un livello adeguato e che il taglio delle riserve obbligatorie delle banche sarà ancora uno strumento efficace per sostenere l'economia". L'Istituto centrale ha tagliato l'RRR 15 volte dal 2018, dimezzandolo da quasi il 15% all'attuale 7,6%. In Russia, invece, tra il peso delle sanzioni e gli oneri della guerra all'Ucraina, se l'inflazione si intensificherà "potrebbe essere necessaria una politica monetaria più restrittiva per riportarla all'obiettivo nel 2024 e tenerla vicina al 4% in seguito", ha scritto in una nota la Banca centrale, che ha lasciato i tassi al 7,5%. Di base, lo scenario è di un calo temporaneo sotto il 4% nei prossimi mesi, per risalire al 5-7,% nel 2023 e per ritornare al 4% nel 2024.

Autore: ANSA