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Dopo 7 anni Olidata di nuovo in Borsa
Dopo una lunga crisi. la società romagnola è stata riammessa agli scambi e ha terminato la seduta con un rialzo teorico del 19% rispetto all’ultimo prezzo di 0,154 euro. Soddisfatto il nuovo azionista di controllo Cristiano Rufini, che ha da poco rilevato la società dal concordato, l’ha dotata di mezzi e di un nuovo modello di business e si dice pronto alla sfida del rilancio
Olidata, nome storico dell'informatica italiana, esce dalla crisi e torna in Borsa, dove le quotazioni sono rimaste 'congelate' per 7 anni sull'ultimo prezzo di 0,154 euro. Per festeggiare il ritorno agli scambi, Cristiano Rufini, nuovo azionista di controllo del brand romagnolo, ha fatto nuovamente suonare la campanella e in apertura il titolo non è riuscito a fare prezzo, arrivando dopo tre ore a un rialzo teorico del 19%. “Persone, professionisti, impegno, coraggio ed orgoglio nazionale sono stati il mix perfetto per la riuscita del mio progetto: il rilancio di Olidata – commenta il presidente Rufini -. Ho creduto in questa operazione con il sostegno della mia famiglia, perché nella vita per raggiungere gli obiettivi c'è bisogno di voglia di osare e delle persone giuste al proprio fianco”.
La crisi di Olidata ha avuto origine nel biennio 2009-2010; dopo alcuni tentativi falliti di risanamento nel 2016 è stata messa in liquidazione e Borsa italiana, il 29 marzo di quell'anno ha disposto la sospensione a tempo indeterminato dalle negoziazioni. Nel 2017 la società ha predisposto un nuovo piano di risanamento, sono stati fatti oltre 200 accordi stragiudiziali con i creditori e nel 2018, è stata revocata la liquidazione ordinaria ed è stato deliberato un aumento di capitale da 3,5 milioni. Un nuovo aumento a gennaio 2020 da 7 milioni, sia in natura che in denaro, e poi le trattative con nuovi investitori che però non sono andate a buon fine e, ad aprile 2021, il Collegio sindacale ha depositato l'istanza di fallimento. Olidata, il 13 maggio 2021 ha depositato il ricorso per l'ammissione alla procedura di Concordato, ha dismesso la partecipazione in Italdata e a ottobre 2022 è arrivata Sferanet per tentare un rilancio: le ha conferito il 51% del suo capitale (dando il via a un reverse merger) e versato 1,6 milioni cash per darle ossigeno. Grazie alla "'esdebitazione concordataria" il 2022 dovrebbe chiudersi in positivo per 10, 36 milioni di euro (altrimenti in rosso per 1,958 milioni) e con ricavi per 22,134 milioni. Il nuovo piano che guarda al 2025 si basa su un modello di business diverso, quello di Sferanet, che rivende prodotti e servizi in ambito informatico, dall'infrastruttura alla cyber security, passando per lo sviluppo applicativo e il data management. Dal punto di vista finanziario prevede un aumento dei ricavi dell'8,2% all'anno e un risultato netto che dovrebbe invertire il proprio segno passando in positivo.