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TELECOMUNICAZIONI
20/04/2023

Vivendi boccia il piano Labriola su Tim

L’azionista francese che controlla il 24% del capitale della società telefonica si è astenuto in assemblea, bocciando così il piano messo a punto dall’ad. Confermati in consiglio Galeazzi e Sarmi, ma resta un posto vacante in cda. Stop dell’assemblea ordinaria ai bonus e al piano di acquisto di azioni proprie. Il 4 maggio il cda dovrà valutare le nuove offerte di Kkr e di Cdp.

Vivendi ha vinto il primo round contro il cda di Tim, il suo astensionismo in un'assemblea scarsamente rappresentata, ha pesato come una bocciatura e ora va all'affondo contro il piano dell'amministratore delegato Pietro Labriola e la cessione della rete. Intanto in Borsa prosegue l'ondata di ordini in vendita (-1,57% a 0,28 Euro) sui timori che le offerte di Kkr e Cdp, rispettivamente di 21 e 19,3 miliardi, siano troppo basse e vengano nuovamente respinte. I soci Tim hanno praticamente disertato l'assemblea, si è presentato il 53,4% del capitale, un livello lontanissimo dal record del 2019, l'anno che segnò l'armistizio tra i soci Elliot e Vivendi, quando gli azionisti intervennero in massa, rappresentando il 67% del capitale. 

Ma siamo ai minimi anche dei tre anni precedenti: nel 2020 era presente il 65% del capitale, nel 2021 in pieno Covid il 59,1% e l'anno scorso il 57,76 per cento. L'astensione di Vivendi, con il suo 24%, ha portato a bocciare la politica di remunerazione (con il 40,7% dei voti favorevoli, contrario il 13,5%, astenuti il 45,7%) e il consuntivo 2022 (con il 29% dei voti favorevoli, contrari 25,2% e astenuti 45,7%). Il Piano di incentivazione a lungo termine 2023-2025 è stato fermato (con il 42,5% dei voti favorevoli, contrari il 10,6%, astenuti il 46,8%) e non è stata data l'autorizzazione all'acquisto di azioni ordinarie Tim al servizio appunto del piano. E' stato approvato il bilancio (con il 99,9% dei voti favorevoli) e la conferma nella carica di consiglieri di Giulio Gallazzi, con il 91,9% dei voti favorevoli e di Massimo Sarmi, con il 93,2% dei voti favorevoli. Ma le candidature proposte per sostituire Arnaud de Puyfontaine, Paola Bruno sostenuta dai fondi e Franco Lombardi presidente di Asati, non hanno ottenuto le necessarie maggioranze e così le poltrone in cda si ridurranno da 15 a 14.

 Ora si va al 4 maggio, data del prossimo cda che esaminerà le nuove proposte presentate dal fondo Kkr e da Cdp/Macquarie per la rete ma Vivendi, c'è da immaginare, non starà ferma ad aspettare. Fonti vicine al gruppo francese sottolineano che "l'astensione odierna in assemblea è un chiaro segnale di bocciatura al piano proposto dall'amministratore delegato Labriola". "E' evidente che si sono persi tanti mesi preziosi per discutere di offerte che sono state chiaramente rigettate dal mercato - e aggiungono - la dimostrazione della totale mancanza di una governance adeguata, fatto che da tempo viene sottolineato. È tempo di cambiare passo". 

Autore: ANSA