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PARITÀ DI GENERE
28/04/2023

A Piazza Affari record di donne nei CDA

Dal rapporto Consob emerge che a fine 2022 le donne rappresentavano il 43% dei consiglieri nelle società quotate, ma solo il 2% dei capi azienda: le 17 amministratrici delegate dirigono in genere società di piccole dimensioni che valgono il 2,1% della capitalizzazione di mercato, che negli ultimi 10 anni è diminuita di 100 miliardi. In calo anche le partecipazioni degli investitori internazionali.

Le donne avanzano faticosamente alla conquista di una Borsa che è sempre più piccola. Tra delisting e trasferimenti all'estero Piazza Affari è stata depauperata di 100 miliardi in un decennio, secondo i dati di Assonime, e vede meno investitori internazionali, che sono ai minimi dal 2013 per numero di società partecipate. Il 'Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane' registra che le manager nei consigli di amministrazione sono il 43% alla fine del 2022, sull'onda della legge che prevede una quota di genere di due quinti. È un nuovo massimo storico per l'avanzata femminile, dopo il 41% del 2021, e ancora una volta, per il terzo anno di fila, nessuna società ha un CDA tutto al maschile. Il soffitto di cristallo, tuttavia, resiste: solo nel 2% dei casi queste donne sono al vertice come amministratrice delegata - un termine che suona ancora stonato - e nel 4% come presidente. Nel 73% dei casi sono consigliere indipendenti. 

Le imprese che dirigono le 17 amministratrici delegate (una in più rispetto all'anno precedente) sono inoltre in genere di piccole dimensioni, valgono il 2,1% della capitalizzazione di mercato. Questi dati sono aggiornati allo scorso anno e non possono tenere conto delle nomine più recenti, come quella di Giuseppina Di Foggia al vertice di Terna, prima Ad donna di una società partecipata pubblica in Italia.

L'aumento della diversità di genere non è la sola novità nel rapporto sulla governance che rileva, tra l'altro, un calo della presenza degli investitori istituzionali, in particolare gli esteri, nell'azionariato delle imprese e un aumento delle quota in mano al socio principale fino al 49% a fine 2021. Il controllo resta - del resto - in mano alle famiglie, che sono principale azionista in oltre il 63% delle imprese quotate. Intanto, qualcosa si sta muovendo sul fronte della sostenibilità e della partecipazione. Cresce la propensione delle società al dialogo con gli azionisti e aumenta l'interesse per i temi ESG legati all'ambiente e al sociale che hanno visto interventi nelle assemblee annuali di oltre 80 società nel 2018 e 2019. Non basta, secondo il presidente della Consob, Paolo Savona, che ha osservato: "il tema ESG nella governance delle società è stato incorporato quasi su base volontaria e in modo insufficiente". 

È intervenuta alla presentazione del rapporto anche la presidente del Comitato italiano per la corporate governance, Lucia Calvosa, che ha illustrato il lavoro a livello internazionale "per garantire una semplificazione della governance e l'unità di visione". La situazione attuale del mercato dei capitali italiano è stata descritta da Assonime come quella di un cronico sottosviluppo, risultato della combinazione di debolezze strutturali e di un quadro regolatorio più costoso e rigido. In questo contesto, la presidente di Assonime, Patrizia Grieco, ha definito il disegno di legge sul mercato dei capitali approvato in consiglio dei ministri "un ottimo passo avanti, che davvero consente di far riguadagnare competitività almeno da qualche punto di vista". 
 

Autore: ANSA