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CRISI BANCARIE
02/05/2023

JP Morgan salva First Republic

Il colosso guidato da Jamie Dimon si aggiudica l’asta per 10,6 miliardi. Rilevando in blocco le operazioni dell’istituto californiano ormai in bancarotta JP Morgan diventa la prima banca statunitense. Con l’operazione viene scongiurato in extremis il secondo più grande fallimento bancario della storia Usa e si stabilizza il sistema finanziario domestico, evitando il contagio.

JP Morgan si aggiudica per 10,6 miliardi l’asta per First Republic Bank, salvando così la banca californiana ormai al collasso. Jamie Dimon si conferma nel ruolo di salvatore del settore. First Republic è infatti la terza istituzione finanziaria che il ceo di JPMorgan accetta di acquistare in una transazione sostenuta dal governo federale, dopo quelle di Bear Stearns e Washington Mutual durante la crisi finanziaria del 2008. Tutte e tre le operazioni hanno contribuito a disinnescare il panico, ma hanno anche avvantaggiato JP Morgan, che con 2600 miliardi di dollari di attività e il 14% di tutti i depositi negli Stati Uniti gode ora di una posizione senza pari all'interno della più grande economia del mondo. L'accordo dovrebbe aumentare i profitti della banca di 500 milioni di dollari quest'anno e le darà accesso ad un grande numero di clienti facoltosi.

JPMorgan ha dichiarato che assumerà tutti i 92 miliardi di dollari di depositi di First Republic, assicurati e non assicurati. Inoltre acquisirà la maggior parte dei 229,1 miliardi di dollari di asset della banca, inclusi circa 173 miliardi di dollari in prestiti e 30 miliardi di dollari in titoli. Come parte dell'accordo, la Federal Deposit Insurance Corp condividerà le perdite con JPMorgan sui prestiti della banca californiana. La FDIC ha stimato che il suo fondo assicurativo subirà un colpo di 13 miliardi di dollari in virtù dell'accordo. JPMorgan riceverà anche un finanziamento di 50 miliardi di dollari dalla FDIC, che nel weekend scorso aveva invitato alcune dei maggiori istituti Usa a fare delle offerte.

L'operazione aiuta a stabilizzare il sistema finanziario. "Questa parte della crisi è finita, tutti dovrebbero solo fare un respiro profondo", ha commentato Dimon. Si tratta del terzo crack in due mesi, dopo quelli di Silicon Valley e Signature Bank, che hanno provocato un terremoto finanziario con conseguenze anche in Europa. E della seconda banca più grande che fallisce nella storia americana. First Republic, banca regionale di San Francisco, ha visto evaporare il 75% del valore a Wall Street la scorsa settimana, dopo aver confermato la fuga di 100 miliardi di dollari di depositi nel primo trimestre dell'anno. L'8 marzo, il giorno in cui Silicon Valley rivelò le perdite che innescarono la corsa ai depositi e il successivo crollo, le sue azioni valevano 115 dollari, venerdì scorso, dopo la chiusura di Wall Street, erano scese a 3,51 dollari e la capitalizzazione della banca era crollata a 650 milioni di dollari. Un precedente tentativo di salvataggio non era bastato, dopo che una dozzina di grandi banche americane lo scorso mese e avevano depositato temporaneamente 30 miliardi in First Republic. Tra queste anche JPMorgan, che ora è la più grande banca Usa. 

Autore: ANSA