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FED e BCE aumentano ancora i tassi dello 0,25%
Le banche centrali proseguono nella lotta all’inflazione ritoccando i tassi ancora una volta all’insù, ma la FED, dopo 10 rialzi consecutivi che hanno portato i tassi tra il 5 e il 5,25%, ora farà una pausa, mentre la Bce – come sottolinea Lagarde – continuerà ad aumentarli e da luglio bloccherà il reinvestimento in titoli di Stato del capitale rimborsato dai titoli in scadenza. Borse europee giù.
La Banca centrale europea segue la FED e rialza il costo del denaro di 25 punti base, ma - a differenza dei colleghi americani - chiarisce che non c'è nessuna pausa in vista perché la strada da percorrere per riportare l'inflazione sotto controllo è ancora molta. Non basta accentuare il tono da falco per convincere i membri del board più rigidi: il compromesso con le colombe prevede anche di accelerare la fase di normalizzazione monetaria, sospendendo più in fretta il ritiro del sostegno che la Bce ha dato negli anni scorsi attraverso il quantitative easing. Questo significa che da luglio l'Eurotower non reinvestirà più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati con il programma App, mentre quelli del programma di acquisti pandemico Pepp andranno avanti come previsto almeno fino a fine 2024. Uno stop che rischia di rendere ancora più costosa la spesa per interessi dei Paesi più indebitati.
Il settimo rialzo consecutivo porta il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,75%, quello sui depositi al 3,25%, e quello sui prestiti marginali al 4%. Il tasso finale, o terminale, quello che riporterà l'inflazione al 2%, non è ancora nei radar, ma le attese sono per altri due rialzi da un quarto di punto, a giugno e a luglio. Una prospettiva che fa chiudere le Borse in negativo. "L'inflazione è ancora troppo elevata", ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde, che ha scelto parole molto semplici per descrivere la strada presa. "Non stiamo facendo una pausa" nei rialzi dei tassi, "sappiamo che abbiamo ancora strada da percorrere", ha chiarito, per evitare che qualcuno vedesse una frenata nel rallentamento dai 50 punti di marzo ai 25 di adesso. Nel consiglio dei governatori c'è stata una "varietà di visioni", ma "tutti concordavano che un aumento era necessario", ha aggiunto. Questo perché seppure l'inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi, "le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti". La strada, però, potrebbe non essere lunga. Per il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, il picco dell'inflazione è ormai superato. Con l'economia tedesca in territorio negativo nel primo trimestre, i tassi elevati spaventano anche la Germania visto che molti economisti continuano a prevedere una recessione, sicuramente negli Usa ma che non lascerebbe l'Europa indenne.
Negli Stati Uniti la FED, invece, può permettersi una pausa dopo dieci rialzi consecutivi: il tasso di interesse si trova ora tra il 5% e il 5,25%, un livello mai raggiunto dall'estate del 2007, prima della crisi finanziaria. Inoltre, dopo le ultime crisi bancarie, la FED rassicura che il sistema è solido e resiliente, ma le condizioni del credito più rigide per le famiglie e le imprese potrebbero non solo pesare sull'attività economica, ma potrebbero accelerare il processo di disinflazione.