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Negli USA l’inflazione rallenta
Un dato migliore delle aspettative, ma non sufficiente per spingere al rialzo i mercati. Tuttavia, l’inflazione è scesa per il decimo mese consecutivo segnando il minimo degli ultimi due anni e attestandosi a un livello del 45% inferiore rispetto al picco del 9% toccato nel giugno 2022. La Fed potrebbe decidere una pausa nel rialzo dei tassi, mentre sull’economia Usa incombe il rischio default.
L'inflazione Usa resta alta ma rallenta gradualmente e lievemente in aprile facendo un piccolo passo nella giusta direzione, anche se non sufficiente a spingere Wall Street e le Borse europee, che chiudono in calo dopo un breve rialzo: lo scorso mese è aumentata del 4,9% su base annua, contro il 5% del mese precedente e il 5% delle attese degli analisti, mentre su base mensile è crescita dello 0,4% (trainata dai costi delle case e della benzina) contro lo 0,1% di marzo (ma le previsioni erano +0,4%). In calo anche l'indice core dei prezzi, quello al netto di energia e alimentari: +5,5% in un anno, rispetto al +5,6% del mese precedente, in linea con le attese.
L'inflazione americana va meglio di quella tedesca, che in aprile è salita del 7,6%. Ma siamo ancora lontani dal target del 2% della Fed, i cui sforzi dopo oltre un anno non sono riusciti neppure a dimezzare l'indice dei prezzi al consumo. Si tratta tuttavia del dato più basso in due anni, di una flessione del 45% dalla scorsa estate (picco del 9% in giugno) e del decimo calo mensile consecutivo, come ha sottolineato anche la Casa Bianca, leggendovi una dimostrazione che l'agenda di Joe Biden, a partire dalla 'Inflation Reduction Act', funziona nel raffreddare i prezzi. Ma cogliendo anche l'occasione per lanciare un monito sul rischio di un imminente default per il rifiuto del Grand Old Party di alzare il tetto del debito: "con tutti questi progressi, l'unica più grande minaccia per la nostra economia è se i repubblicani della Camera non riusciranno a prevenire il default. Ciò costerebbe il lavoro a milioni di americani, aumenterebbe i costi, incrementerebbe il deficit e farebbe crollare i conti pensionistici", ha avvisato la portavoce Karine Jean-Pierre, dopo la fumata nera al summit nello studio Ovale tra il presidente e i leader del Congresso. E’ previsto un nuovo incontro, ma Biden "non accetterà tentativi di prendere in ostaggio la piena fiducia e il credito degli Stati Uniti per mettere in atto un'agenda estrema che aumenterebbe i costi per le famiglie che lavorano sodo". Il presidente mira a "togliere dal tavolo il default e poi avere una conversazione separata sul bilancio". Sull'economia americana resta quindi lo spettro di una "catastrofe", se entro fine giugno non si alza o non si sospende il tetto del debito.
La lieve frenata dell'inflazione servirà alla FED per decidere se allentare o meno la stretta sui tassi di interesse. Dopo l'ultimo aumento in maggio dello 0,25%, il decimo consecutivo, la banca centrale americana aveva segnalato la possibilità di una pausa, promettendo di decidere tenendo conto dei dati del mercato, su cui inciderà anche la stretta al credito prevista nell'ultimo rapporto della stessa Federal Reserve. Secondo gli analisti è ancora troppo presto per attendersi uno stop.