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ECONOMIA ITALIANA
26/05/2023

Crescono le stime del Pil, scende la fiducia

Nonostante il rialzo delle stime di crescita all’1,1% da parte dell’Fmi, a maggio l’Istat ha registrato un nuovo calo della fiducia di consumatori e imprese, dovuto essenzialmente alla forte incertezza sulle prospettive e sul livello dell’inflazione in futuro. Il comparto più colpito è quello delle costruzioni, mentre tra le famiglie si torna ai livelli di marzo, prima del calo delle bollette.

L'Italia cresce più delle altre grandi economie europee, ma la forte incertezza sulle prospettive, soprattutto quelle dell'inflazione, torna ad abbattere la fiducia dei consumatori e delle imprese. La sfiducia è generalizzata fa sapere l'Istat, colpisce tutti i settori e in particolare prende di mira quello delle costruzioni. Il Pil, però, dovrebbe reggere: secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti "l'auspicio" è che salga all'1,2-1,4%, al netto delle ripercussioni della recessione tecnica in Germania che "qualche problema per la nostra industria lo creerà, ma ci sono i servizi che dovrebbero compensare", assicura il ministro. Anche il Fondo monetario internazionale alza la sua stima di crescita per l'Italia (+1,1%) e la avvicina a quella della Commissione europea (+1,2%), recentemente ritoccata al rialzo.
Il calo della fiducia si ripresenta dopo tre mesi in cui sulle prospettive economiche sembrava tornato l'ottimismo, complice il calo significativo dei prezzi dell'energia. E invece a maggio l'indice del clima di fiducia dei consumatori è calato da 105,5 a 105,1 e quello delle imprese è passato da 110,4 a 108,7. L'Istat spiega che la flessione "esprime un generale peggioramento della fiducia" in tutti i comparti indagati: nella manifattura (da 102,8 a 101,4), nei servizi di mercato (da 105,5 a 104,1) e nel commercio (da 112,9 a 111,6). Più marcato il calo nelle costruzioni, da 164,2 a 159,4. Inoltre, su manifattura e costruzioni "tutte le variabili registrano un andamento negativo", così come negative sono tutte le componenti del commercio al dettaglio. Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, si tratta di un ritorno ai livelli di marzo, prima del calo delle bollette, prima dei consumi energetici ormai ridotti dalla bella stagione. L'indice dei consumatori risente soprattutto del deterioramento delle opinioni sulla situazione personale, corrente e futura. Peggiorano i giudizi sulla situazione economica della famiglia (da -39,2 a -41,2) e anche le attese per il suo futuro (da -11,3 a -14,8). E crolla il giudizio sul bilancio familiare (da +14,2 a +8,1). Tutto nasce dalle opinioni sullo stato dell'economia italiana, che pure virano in negativo (da -80,7 a -80,9), così come le attese (da -21,8 a -24,8).
Il Fondo monetario, invece, non vede così nero nel futuro dell'Italia. Nell'Article IV prevede una crescita dell'1,1% nel 2023 e nel 2024, allineandosi alle ultime stime europee. Certo, i rischi sul quadro restano perché "politiche che rallentato la riduzione del debito o prolungati ritardi nel ricevere i versamenti di NextGenerationEU potrebbero aumentare i timori di finanziamento. Uno stallo nei progressi dell'implementazione del Pnrr potrebbe indebolire le prospettive future di produttività", spiega il Fmi. In questo contesto il governo dovrebbe attuare una politica di bilancio che affronti gli shock e protegga allo stesso tempo la sostenibilità dei conti pubblici. Perché "l'elevato debito pubblico" resta un problema, e viste "le più stringenti condizioni finanziarie, risparmiare le entrate inaspettate dall'inflazione e dalle modifiche contabili è consigliabile". Così come "un credibile piano di riduzione del debito di medio termine mitigherebbe ulteriormente i rischi", scrive il Fondo nelle sue raccomandazioni all'Italia. 

Autore: ANSA