Focus On

BANKITALIA
31/05/2023

Italia faccia presto su Pnrr e riforme

Nelle sue ultime considerazioni finali il governatore della Banca d’Italia ha sottolineato come il Paese sia uscito bene da crisi finanziarie, pandemia e tensioni legate alla guerra, ma come occorra anche spingere sull’acceleratore delle riforme e della realizzazione del piano New Generation EU. Sul fisco chiede interventi compatibili con la tenuta conti ed esorta ad approvare il salario minimo.

L'ultima volta di Ignazio Visco. Dopo 12 anni alla guida della Banca d'Italia, il governatore ha pronunciato le sue ultime considerazioni finali prima di lasciare il comando dell'istituto centrale a fine ottobre, alla scadenza del suo secondo mandato. E lo ha fatto parlando a una platea tornata finalmente ai ranghi pre covid per trasmettere l'immagine di un Paese, l'Italia, che nonostante le crisi finanziarie, la pandemia e la guerra, sembra esser stato traghettato fuori dal mare agitato meglio di quanto ci si aspettasse. Ma anche di un'Italia che ha ancora molto da fare, tanti impegni da rispettare - primo tra tutti quello relativo al Pnrr -, riforme da mettere in campo per affrontare l'incertezza che ancora aleggia e garantire un futuro ai suoi giovani. Al parterre di banchieri e imprenditori - nelle cui prime file sedeva anche Mario Draghi, suo illustre predecessore, nonché ex presidente della Bce ed ex premier - Visco ha elencato alcuni degli ingredienti chiave per rimettere solidamente in moto l'economia: l'importanza di "non perdere tempo" sul Pnrr, la possibilità di prevedere un salario minimo per legge, il contenimento dell'inflazione con il contributo di tutte le forze economiche e non solo con le misure di politica monetaria, l'annosa necessità di aumentare la produttività e di ridurre il debito pubblico, la possibilità di riformare il fisco ma senza prescindere dalle coperture adeguate.
Una delle preoccupazioni principali di Visco sono i giovani. E' proprio a loro che dedica infatti le ultime righe delle Considerazioni Finali: sono loro che, scrive, "andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto". Quegli stessi giovani che tuttavia, nel 20% circa dei casi, dopo cinque anni di lavoro si trovano ancora in condizioni di impiego precario. Ma Visco osserva che "troppi, non solo tra i giovani, non hanno un'occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate" e proprio per questo suggerisce che "come negli altri principali paesi, l'introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale".
C'è di buono che "a fronte degli shock di intensità inusitata degli ultimi anni, l'economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e reazione" e per il 2023 il governatore dice di attendersi "un aumento del prodotto interno intorno all'1%". In un momento come questo il Pnrr rappresenta quindi "un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese". Proprio per questo, per quanto alcuni miglioramenti del Piano siano "possibili", Visco avverte che "non c'è tempo da perdere" ed è cruciale "dare attuazione all'ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenute". Tra le nubi che ancora aleggiano sul futuro c'è certamente quella dei prezzi, problema a cui, a suo dire, si dovrà far fronte con il contributo di tutti: "il ritorno dell'inflazione su livelli in linea con l'obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti - imprese, lavoratori e governi - contribuiranno a questo fine, rafforzando l'efficacia dell'indispensabile ancorché equilibrata normalizzazione monetaria". In ogni caso quello che, secondo Visco, occorre per un recupero del potere d'acquisto "è una crescita più sostenuta della produttività". Resta poi di grande attualità anche il nodo del debito pubblico la cui riduzione "è una priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee".
Passando in rassegna le riforme di cui tanto si parla all'interno del governo, Visco fa riferimento a quella fiscale, poiché sulle capacità di crescita della nostra economia "grava un sistema tributario complesso, su cui si è spesso intervenuti senza un disegno organico". "Una ricomposizione del prelievo che riduca il peso della tassazione sui fattori produttori può stimolare l'occupazione e gli investimenti" dice, ma "nessun intervento può realisticamente prescindere dai vincoli posti dal nostro elevato debito pubblico né dai principi di progressività e capacità contributiva sanciti dalla Costituzione". Nulla quindi si potrà fare senza prima identificare "coperture strutturali adeguate e certe". Immancabili infine i richiami alla difesa dell'ambiente, al ruolo dell'Italia nei rapporti internazionali, alla necessità di non cadere nel protezionismo e alla giusta importanza che, a fronte dell' invecchiamento della popolazione, bisogna attribuire alle risorse provenienti dai migranti.

Autore: ANSA