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POLITICA MONETARIA
15/06/2023

La Bce aumenta i tassi, ma non è finita

Come da previsioni, Francoforte ha ritoccato all’insù i tassi d’interesse di 25 punti base e, secondo quanto affermato dalla presidente Christine Lagarde, si appresta a fare altrettanto a luglio, poiché l’inflazione sta calando troppo lentamente e il target del 2% non verrà raggiunto neanche nel 2025. Confermato anche lo stop agli acquisti di titoli. Intanto, il debito italiano è salito a 2.811,6 miliardi.

Con una mossa attesa, la Banca centrale europea alza ancora i tassi d'interesse portandoli ai massimi dal 2001, ma spiazza con nuove stime sull'inflazione molto peggiorate rispetto alle precedenti. E la linea dei falchi si rafforza, spinta dai dati che vedono il target del 2% mancato anche nel 2025. Il cammino, spiega la presidente Christine Lagarde, non è ancora finito: un altro rialzo a luglio è "molto probabile", e per la decisione di settembre si prepara già un nuovo scontro all'interno del Consiglio direttivo. Tra i governatori delle banche centrali, stavolta, c'è stato un "consenso molto ampio" sulla scelta di aumentare di altri 25 punti base il costo del denaro, che ora è al 4%. La discussione, spiega Lagarde, è stata "armoniosa, molto buona". Del resto, i nuovi dati parlano da soli: gli esperti dell'Eurosistema si attendono che l'inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023, al 3,0% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. La spinta sui prezzi al netto di alimentari ed energia, che resta alta, costringe a rivedere al rialzo le stime precedenti: per quest'anno salirebbe al 5,1%, per poi ridursi al 3,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. Basta per far concludere ancora una volta al Consiglio direttivo che, anche se l'inflazione mensile è in calo, "rimarrà troppo alta per troppo tempo". La colpa, spiega Lagarde, è dei passati rincari sui prezzi dell'energia, che ancora stanno trasmettendo i loro effetti all'economia, e delle spinte che arrivano dal mercato del lavoro. 
Non sono i salari, tanto è vero che la presidente chiarisce che "non vediamo una spirale salari-prezzi". A pesare è un'altra componente, ovvero "il costo del lavoro per unità di prodotto", di cui i salari sono soltanto un elemento. Sebbene i passati rialzi dei tassi si stiano trasmettendo con forza all'economia reale, tanto che la Bce lima le stime di crescita del 2023 (da 1% a 0,9%) e del 2024 (da 1,6% a 1,5%), l'inflazione al 2,3% nel 2025 "non è soddisfacente" e quindi "a meno che non ci sia un cambiamento concreto del nostro scenario", è "molto probabile" che a luglio ci sarà un nuovo rialzo.
La Bce ha anche confermato lo stop ai reinvestimenti del programma di acquisti di titoli App a partire dal prossimo mese (un portafoglio da oltre 3mila miliardi), nel giorno in cui il debito pubblico italiano segna l'ennesimo record: ad aprile il debito delle amministrazioni pubbliche rilevato da Bankitalia è aumentato di 21,8 miliardi rispetto al mese precedente, salendo a 2.811,6 miliardi. 

Autore: ANSA