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POLITICA MONETARIA
29/06/2023

Il Pil Usa corre, dalla Fed due nuovi rialzi

Nel primo trimestre gli Stati Uniti hanno battuto le attese con una crescita del 2% (contro una stima dell’1,3%), mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono calate a quota 239 mila e – data la resilienza dell’economia – la Fed si prepara ad almeno due nuovi rialzi dei tassi di qui a fine anno: “Le pressioni inflattive continuano a essere elevate e c’è molta strada da fare", ha detto Powell.

Gli Usa sono cresciuti oltre ogni attesa tra gennaio e marzo, risultato che potrebbe allontanare il rischio di una recessione e lasciare più campo d'azione alla Fed nel rialzo dei tassi di interesse, anche se secondo Jerome Powell ce ne saranno almeno due o più entro la fine dell'anno per contenere l'inflazione. Bene anche la disoccupazione: le richieste di sussidi sono calate la scorsa settimana a quota 239.000 unità (-26 mila), mentre gli analisti scommettevano su 264.000. La crescita del pil americano è stata rivista nettamente al rialzo per il primo trimestre, al 2% su base annua, secondo la terza stima del dipartimento del commercio. Nella stima precedente, pubblicata a fine maggio, la crescita nello stesso periodo era stata annunciata all'1,3%, nella stima preliminare addirittura all'1,1%. Il nuovo dato supera anche le aspettative del mercato, che prevedeva una crescita ancora all'1,3%. Ad incidere, ha spiegato il ministero, è stata la revisione al rialzo delle esportazioni e della spesa dei consumatori nonostante i minori investimenti non residenziali e la spesa del governo federale. 
Altro effetto positivo sulla crescita le importazioni, che sono state riviste al ribasso. La revisione della stima relativizza il rallentamento finora osservato, attribuito dalla maggior parte degli analisti alle azioni intraprese dalla Fed per combattere l'inflazione elevata. Azioni che comunque proseguiranno, come ha ribadito Powell da Madrid. "Una ampia maggioranza del comitato federale del mercato aperto si aspetta che sarà opportuno aumentare i tassi di interesse due o più volte entro la fine dell'anno. Le pressioni inflattive continuano a essere elevate e il processo per tenere l'inflazione al 2% ha ancora molta strada da fare".
Il presidente della Fed ha anche ribadito l'impegno a "rafforzare la nostra supervisione e regolamentazione delle istituzioni delle dimensioni di Svb", la Silicon Valley Bank fallita insieme ad altre due banche regionali nei mesi scorsi, spianando le critiche alla banca centrale americana per la scarsa vigilanza. Nel frattempo le grandi banche di Wall Street superano gli esami annuali della Fed dimostrandosi in grado di navigare una catastrofe economica. I risultati degli stress test "confermano che il sistema bancario resta forte e resiliente", ha assicurato il vicepresidente della Fed per la vigilanza Michael Barr, notando comunque come gli esami "sono solo una modalità per misurare la forza" del sistema e che, quindi, le autorità di regolamentazione devono "restare umili su come i rischi possono manifestarsi". Parole che seguono le tensioni degli ultimi mesi nel settore dopo i fallimenti delle tre banche regionali. I risultati degli stress test sono molto importanti per il settore visto che danno il via libera alla distribuzione di miliardi di dollari agli investitori: quest'anno, però, le banche potrebbero prendere tempo prima di annunciare dividendi e buyback per vedere quali saranno i nuovi requisiti di capitale che sono allo studio da anni.
 

Autore: ANSA