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POLITICA MONETARIA
26/07/2023

La Fed porta i tassi ai massimi da 22 anni

Come da previsioni, la banca centrale statunitense ha alzato di un quarto di punto i tassi di riferimento, portandoli nella forchetta 5,25-5,50%, il livello massimo da inizio Millennio. L’inflazione resta persistente e non è escluso un nuovo rialzo a settembre, mentre la Bce – dopo l’atteso rialzo di luglio – si prepara forse a una pausa a settembre: i falchi sono sempre meno.

La Fed alza i tassi di interesse dello 0,25% spingendoli al livello più alto degli ultimi 22 anni e lascia la porta aperta a ulteriori ritocchi del costo del denaro. "Restiamo attenti ai rischi di inflazione", afferma la Fed al termine della due giorni di riunione annunciando il suo undicesimo rialzo dei tassi dal marzo del 2022, con il quale il costo del denaro sale in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%.
La decisione era ampiamente attesa dal mercato e Wall Street procede cauta, concentrata più sulle trimestrali di Big Tech. "Continueremo a valutare le informazioni che riceveremo e le loro implicazioni per la politica monetaria", aggiunge la banca centrale americana ribadendo il suo impegno a riportare l'inflazione al 2%. "Siamo pronti a rivedere" la strategia nel caso in cui dovessero emergere rischi che potrebbero impedire di centrare gli obiettivi della stabilità dei prezzi e della massima occupazione. Gli analisti ritengono che ci sono il 50% di possibilità che la Fed alzi il costo del denaro anche in settembre. Cruciale sarà il consueto appuntamento di Jackson Hole, in Wyoming, alla fine di agosto per capire le intenzioni di Jerome Powell.
La nuova stretta della Fed precede l'attesa riunione della Bce che potrebbe alzare nuovamente i tassi indicando però una possibile pausa in settembre, visto che l'inflazione sta calando con decisione. Christine Lagarde ha avviato il suo ciclo di rialzi nel luglio 2022, quattro mesi dopo gli Usa, e la Bce si è mantenuta su posizioni da falco fino a poche settimane fa. Da giugno qualcosa è cambiato: il dibattito tra falchi e colombe si è riacceso, e molti membri del board chiedono di guardare all'inflazione nominale, che sta scendendo, e non a quella di fondo, che è ancora persistente. In alcuni Paesi, come la Spagna ad esempio, l'inflazione è già tornata sotto il 2%, e il timore è che nuovi rialzi penalizzino inutilmente l'economia. Lagarde dovrà fare una sintesi tra le richieste delle colombe, che vorrebbero una pausa a settembre, e i falchi che vorrebbero proseguire. Ma questi ultimi sono sempre meno: anche il rigido governatore della banca centrale olandese, Klaas Knot, su settembre non vuole fare previsioni perché tutto è possibile, pausa compresa. 
Alcuni analisti restano convinti che le Banche centrali manterranno la barra a dritta sui rialzi anche a settembre, finché l'inflazione di fondo non rallenterà. Notando la persistente inflazione core, che scende a livello globale solo gradualmente, il Fondo Monetario Internazionale ha indicato che le banche delle maggiori economie dovrebbero continuare con i rialzi fino a quando i prezzi saranno sotto controllo. 

Autore: ANSA