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Entra in vigore il Digital Service Act Ue
Più tutele agli utenti e più trasparenza su algoritmi, bot e pubblicità mirate. Il commissario Ue Thierry Breton: priorità alla difesa dell’infanzia e alla lotta alla disinformazione. 19 grandi gruppi dovranno mettersi da subito in regola: Google e TikTok annunciano di essere pronti, Amazon e Zalando hanno invece impugnato il provvedimento. Per le violazioni previste multe fino al 6% del fatturato globale
Entra in vigore il Digital Service Act, la stretta Ue per fermare gli abusi sui contenuti online e tutelare gli utenti del web. "La protezione dell'infanzia sarà una priorità di applicazione" assieme alla lotta alla disinformazione, sottolinea Thierry Breton, commissario europeo al Mercato interno e volto della riforma. "La moderazione dei contenuti non significa censura – sottolinea Breton -. In Europa non ci sarà alcun Ministero della Verità, ma trasparenza sui processi degli algoritmi, sui bot e sulle pubblicità mirate". Le Big Tech non sono troppo grandi per non preoccuparsi di proteggere la libertà di parola, tutelare i cittadini e le democrazie. Attualmente 19 grandi gruppi con oltre 45 milioni di utenti nell'Ue sono già stati designati in base alla legge: sono 2 motori di ricerca (Bing e Google Search) e 17 piattaforme, con social media (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Pinterest), e-commerce (Alibaba AliExpress, Amazon, Apple, Zalando) o servizi (Google Play, Google Maps e Google Shopping), ma anche Booking, Wikipedia e YouTube.
Dal 25 agosto scatteranno i primi adempimenti, mentre da febbraio la platea coinvolta sarà più ampia. La prima richiesta è fornire alla Commissione Ue una valutazione del rischio e rispettare obblighi, come prevenire la diffusione di contenuti dannosi. Chi sarà sorpreso a violare il Dsa rischia multe fino al 6% del fatturato globale. Da capire se tutti i 19 gruppi individuati si siano già adeguati perché, in base all'iter, la scadenza parte con qualche giorno in più per alcuni. "Non abbiamo importanti indicazioni di ritardi massicci", ha spiegato però un funzionario della Commissione. Amazon e Zalando hanno impugnato l'inserimento nell'elenco, con Amazon che ha anche chiesto una sospensiva (concessa solo sull'accesso al database sugli inserzionisti). In Italia la riforma dovrebbe venir implementata tramite l'Autorità per le telecomunicazioni.
TikTok intanto ha già fatto sapere di volersi adeguare pienamente dal primo giorno e di aver messo al lavoro mille persone per esser pronta. Google a sua volta ha annunciato di essersi già allineata. L'organizzazione dei consumatori europei Beuc ha dato il benvenuto alla riforma, chiedendone il pieno rispetto.