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GUERRA IN UCRAINA
25/08/2023

Heineken lascia la Russia

Il colosso del beverage mantiene fede alle promesse e cede per un euro ad Arnest i suoi asset locali, inclusi sette birrifici e 1.800 dipendenti. Il gruppo russo si accollerà 100 milioni di debiti e si farà carico di tutti i dipendenti per almeno tre anni. L’addio alla Russia costerà ad Heineken circa 300 milioni di euro. Il ritardo nell’uscita? “Abbiamo scelto di lasciare il Paese in modo responsabile”

Heineken lascia la Russia mantenendo fede alla promessa, fatta un anno e mezzo fa, di recidere ogni rapporto d'affari con il Paese che ha invaso l'Ucraina in violazione del diritto internazionale. La multinazionale olandese ha firmato un accordo con il gruppo russo Arnest, il principale produttore di bombolette spray per la cosmetica, i profumi e i prodotti casalinghi, a cui venderà per un euro i suoi asset, che includono sette birrifici e 1.800 dipendenti. L'uscita costerà ad Heineken 300 milioni di euro, anche se il colosso della birra esclude una revisione della guidance 2023 e giudica "trascurabile" l'impatto sull'utile. "I recenti sviluppi hanno dimostrato le significative sfide affrontate dalle grandi società manifatturiere per uscire dalla Russia. Anche se ha richiesto molto più tempo di quanto sperassimo, questa transazione mette al sicuro le fonti di reddito dei nostri dipendenti e ci consente di lasciare il Paese in modo responsabile", ha dichiarato il ceo Heineken Dolf van den Brink.
L'addio alla Russia, che vale il 2% dei ricavi di Heineken, arriva a distanza di un anno e mezzo dall'annuncio di voler uscire dal Paese. Lungaggini oggetto di critiche da parte di chi, come il professore di Yale Jeff Sonnenfeld, autore di uno studio sul rispetto degli impegni assunti da più di mille aziende, ha accusato alcune multinazionali del calibro di Heineken, Unilever, Philips Morris, Nestlé, di aver sacrificato i propri buoni propositi sull'altare del business. Heineken si è difesa spiegando di essersi trovata ad operare in un contesto "molto complesso" e di aver agito per proteggere i propri dipendenti dal rischio di nazionalizzazione - in cui sono incappate recentemente Carlsberg e Danone - o di fallimento, sottolineando come il business russo sia ormai 'segregato' e autonomo, senza flussi finanziari né in entrata né in uscita.
L'accordo prevede che Arnest, oltre all'accollo di 100 milioni di debiti, si faccia carico di tutti i dipendenti per almeno tre anni e che entro sei mesi cessi la produzione di birra Amstel, secondo marchio di Heineken, che già aveva ritirato il suo brand principale dal mercato russo. Allo stesso modo verranno interrotte le licenze degli altri marchi internazionali mentre saranno mantenute per tre anni quelle di alcuni brand regionali al fine di garantire la continuità del business e ottenere l'approvazione di Mosca. Heineken non riceverà introiti o royalties e non ha siglato - sotto forma di opzioni call - accordi per rientrare in possesso dei suoi asset.

Autore: ANSA