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RISPARMIO GESTITO
07/09/2023

Assogestioni, trimestre ancora in rosso

Tra aprile e giugno la raccolta netta è risultata negativa per 12 miliardi: crescono i deflussi della componente assicurativa, in rosso per 9,5 miliardi la raccolta netta delle gestioni patrimoniali. Cresce invece a 2.277 miliardi il patrimonio in gestione per effetto della ripresa dei mercati. Tra i fondi, positivi gli obbligazionari, azionari in rallentamento, male i bilanciati e i flessibili.

Nessuna sorpresa ma solo un'ulteriore conferma. Dopo il primo trimestre anche nel secondo il risparmio gestito è in decisa contrazione con una raccolta negativa - secondo i dati definitivi di Assogestioni - per 12 miliardi di euro. "Il quadro dei mandati istituzionali si conferma negativo e con un aggravamento dei deflussi (7,5 miliardi) sulla componente assicurativa rispetto ad un primo trimestre già" con il segno meno, spiega Alessandro Rota, il direttore del' Ufficio studi dell''associazione. Nel complesso le gestioni di portafoglio - che pesano per oltre il 47% delle masse - sono negative per 9,45 miliardi di euro. L'unico segnale di controtendenza arriva dal patrimonio gestito che è salito a fine giugno a 2.277 miliardi euro, rispetto ai 2.257 miliardi euro di fine marzo e ai 2.210 miliardi euro di fine 2022. Questo grazie, soprattutto, all'effetto mercato positivo che sta caratterizzando il 2023, stimato dall'Ufficio studi intorno al +1,5% per il periodo aprile-giugno.
Nell'analizzare i dati emerge poi come contengano le fuoriuscite i fondi aperti che registrano deflussi per 3,3 miliardi di euro fornendo chiare indicazioni sull'attuale orientamento del mondo retail. "Rileviamo una forte crescita di interesse per i fondi obbligazionari che nel secondo trimestre raggiungono una raccolta netta di 8,7 miliardi di euro – rileva ancora Rota - confermando, da un lato, la sensibilità degli investitori per il tema dei tassi di interesse e, dall'altro, la reattività delle case di gestione nel modulare un'offerta che si caratterizza per un forte ritorno dei prodotti a scadenza e per la concentrazione sui governativi da un punto di vista di asset class".
Dallo spaccato della raccolta per categorie si nota, inoltre, come gli azionari, dopo un 2022 di forti afflussi (+22 miliardi di euro nell'anno, e un primo trimestre 2023 a +2,8 miliardi) perdano abbrivio, restando in ogni caso positivi a +417 milioni. Prosegue il trend negativo di flessibili e bilanciati che tra aprile e giugno subiscono deflussi per, rispettivamente, 6,2 e 4,5 miliardi di euro. Il quadro trimestrale restituisce infine, in termini di domiciliazione, una certa  preferenza per gli strumenti italiani (+2 miliardi di euro) rispetto a quelli di diritto estero (-5,3 miliardi euro). Quanto ai Pir, totalizzano 609 milioni di euro di deflussi, afferenti in toto a quelli ordinari, mentre gli alternativi chiudono in sostanziale pareggio.

Autore: ANSA