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PATTO DI STABILITÀ
11/10/2023

Accordo ancora lontano, resta il nodo del debito

Berlino chiede impegni precisi a tutti i Paesi membri su una riduzione tempestiva del deficit e del rapporto debito/Pil. Ed è proprio sulla natura di questi impegni – la fissazione o meno di percentuali di riduzione del debito nell’arco del piano a 4 anni – che la trattativa è in stallo. Un altro punto aperto riguarda la definizione di “rischio-Paese” su cui Olanda e Germania chiedono più garanzie

La trattativa sulla riforma del Patto di stabilità e crescita dell'Ue si snoda sull'asse tra Parigi e Berlino e qui si cerca una svolta. I ministri dell'Economia dei due Paesi, Christian Lindner e Bruno Le Maire, hanno avuto un lungo confronto sulla governance economica. Al momento la fumata bianca non c'è, ma i negoziati proseguono fitti - anche tra le altre cancellerie europee -, e la presidenza spagnola continua il lavoro incessante per arrivare a un accordo entro fine anno. E perché ciò avvenga serviranno passi avanti già al Consiglio Ecofin in programma a Lussemburgo. "Per la Germania è fondamentale garantire finanze pubbliche solide in tutti gli Stati membri. Abbiamo quindi bisogno di un insieme di regole efficaci e chiare che portino a riduzioni sufficienti e tempestive del deficit e del rapporto debito/Pil e garantiscano parità di trattamento per tutti gli Stati membri", ha intanto avvertito da Berlino una portavoce. 
Lo stallo del negoziato resta sui paletti posti ai conti pubblici, se fissare o meno percentuali (e quali) di riduzione del debito nell'arco del piano a 4 anni (estendibile a 7) al centro del nuovo Patto. La proposta della Commissione ha previsto che gli Stati concordino un piano di spesa in base a una traiettoria tecnica fiscale. L'obiettivo è portare il debito in calo in maniera credibile e sostenibile nel medio e lungo periodo, saranno poi i Paesi a decidere cosa fare della propria spesa. Perché ciò possa avvenire però i Paesi più indebitati dovranno necessariamente fare un aggiustamento maggiore a piano. Per la Francia la proposta iniziale della Commissione si tradurrebbe in un aggiustamento gigante. Per la Germania non è accettabile non avere impegni già quantificati su come andrà il debito. L'Italia che in trattativa si è spesa molto per avere uno scomputo dal conteggio della spesa degli investimenti strategici come da Pnrr (non ci sarebbe ampio consenso al momento, benché resti nella proposta spagnola), e avrebbe rimarcato nel negoziato che comunque l'aggiustamento dovrebbe essere credibile e politicamente implementabile. Aperto anche il nodo sul 'rischio Paese'. La proposta dell'esecutivo parla solo di Paesi sopra e sotto il 60%, i Paesi Bassi soprattutto, ma anche la Germania, chiedono più garanzie. 
 

Autore: ANSA