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IMMOBILIARE CINESE
11/10/2023

Country Garden verso il default, precipita in Borsa

Il maggiore sviluppatore immobiliare cinese non è in grado di rispettare le scadenze sul debito in dollari e anche su quello in valuta locale. Il titolo perde oltre l’11% a Hong Kong, mentre l’Fmi taglia le stime sul Pil cinese proprio a causa della crisi immobiliare e chiede “un’azione energica” per scongiurare il peggioramento della situazione. Pechino prepara nuovi stimoli all’economia

Country Garden si avvia verso il suo primo default. Il principale sviluppatore immobiliare privato cinese, gravato da quasi 200 miliardi di dollari di debiti, "si aspetta di non essere in grado di soddisfare tutti i suoi obblighi di pagamento offshore alla scadenza o entro i relativi periodi di grazia". Una resa, malgrado gli sforzi degli ultimi mesi, nel giorno in cui il Fmi ha tagliato le stime di crescita della Cina (dello 0,2% al 5,0% nel 2023 e dello 0,3% al 4,2% nel 2024) a causa soprattutto della crisi del settore immobiliare per il quale ha sollecitato "una cura energica" per scongiurare il peggioramento della situazione.
In una comunicazione alla Borsa di Hong Kong, Country Garden ha ammesso che le difficoltà non sono limitate "ai bond in dollari Usa emessi dalla società" e ha annunciato la selezione di advisor legali e finanziari a formare un pool di gestione degli effetti dei mancati pagamenti che "possono portare i creditori rilevanti del gruppo a richiedere un'accelerazione dei versamenti dovuti nei loro confronti o a perseguire azioni esecutive". Il gruppo ha chiarito di non aver ripagato un debito di 470 milioni di dollari di Hong Kong (60 milioni di dollari Usa), chiedendo "pazienza ai creditori" perché impegnata in una fase di "valutazione delle sfide attuali".
I problemi di Country Garden, uniti a quelli della rivale Evergrande (in default da fine 2021, con debiti del 330 miliardi e verso la liquidazione dopo l'arresto del suo fondatore Hui Ka Yan per esportazione illegale di capitali), hanno alimentato i timori sul settore immobiliare cinese per il carico potenziale di rischi sistemici e gli inevitabili riflessi sulla tenuta dell'economia. Circa il 90% degli oneri di Country Garden e di Evergrande è detenuto da istituzioni finanziarie cinesi, la punta dell'enorme iceberg di debiti che va dai governi locali alle società statali, fino ai non performing loan (npl) nascosti nei bilanci delle banche. Country Garden, crollata in Borsa di quasi l'11%, dovrà affrontare una prova a fine mese quando l'intero debito offshore potrebbe essere considerato in default in caso di mancato pagamento della cedola di settembre di 15 milioni di dollari entro il 17 ottobre. Il gruppo potrebbe essere costretto a ristrutturare i bond emessi all'estero per 10,96 miliardi di dollari e i prestiti per 42,4 miliardi di yuan (5,81 miliardi di dollari), mentre anche la società o i suoi beni rischiano la liquidazione da parte dei creditori.
Il capo economista del Fondo monetario, Pierre-Olivier Gourinchas, parlando a Marrakech in occasione dei lavori annuali di Fmi/Banca mondiale, ha chiarito che in Cina è necessaria "un'azione energica" per ripulire il settore immobiliare. Pur riconoscendo alcune misure adottate da Pechino, è necessario altro lavoro: "se ciò non accadesse, allora ci sarebbe la possibilità di un peggioramento del problema", ha aggiunto Gourinchas. Intanto, pur di centrare il target governativo di crescita 2023 "intorno al 5%", Pechino - secondo Bloomberg – si avvierebbe a varare nuovi stimoli all'economia finanziati dalla vendita di almeno 137 miliardi di bond sovrani, con un deficit di bilancio più alto delle previsioni. Una prova anche per il presidente Xi Jinping, finora refrattario all'adozione di misure draconiane sul modello occidentale. 
 

Autore: ANSA