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Cina meglio del previsto, ma resta l'incertezza
A sorpresa nel terzo trimestre il pil cinese batte le attese e cresce del 4,3%, un dato che indica una stabilizzazione dopo mesi difficili. Ma la crisi del settore immobiliare continua a fare paura e un nuovo tracollo rischierebbe di vanificare i progressi fatti. Pesa poi la freddezza nelle relazioni con gli Usa e l’Occidente, ma all’istituto di statistica sono convinti: “centreremo l’obiettivo del 5%”
L'economia cinese cresce più delle attese. Nel terzo trimestre il pil del Dragone ha segnato un +4,3%, salendo dell'1,3% rispetto ai tre mesi precedenti. I dati indicano una stabilizzazione economica dopo mesi difficili, ma non spazzano via l'ombra di una crisi immobiliare. Anche se il mercato del lavoro e i mutui hanno mostrato dei miglioramenti, questo non vuol dire che la paura sia passata per i colossi immobiliari come Country Garden e Evergrande. I due giganti restano una sorta di mina vagante e un loro nuovo tracollo rischierebbe - secondo alcuni analisti - di mandare in fumo anche i piccoli progressi registrati. E se l'immobiliare è la minaccia a più breve termine, nel lungo periodo l'economia cinese si trova a fare i conti con una lunga lista di possibili rischi, in primis le fredde relazioni con gli Stati Uniti e l'Occidente. Ma ci sono anche il peggioramento demografico e le difficoltà a riorientare la propria economia verso una crescita trainata dai consumi e dalla manifattura avanzata, e non più spinta dagli investimenti immobiliari. Sfide che per gli economisti rallenteranno la Cina nei prossimi anni.
"Abbiamo fiducia nel fatto che raggiungeremo i nostri target di crescita quest'anno", afferma la vice dell'istituto di statistica cinese Sheng Laiyun riferendosi al circa +5% stimato per il 2023 e sottolineando che per centrare il target il paese ha bisogno di crescere solo del 4,4% negli ultimi tre mesi dell'anno. "L'economia cinese sembra aver navigato un periodo particolarmente complicato grazie alle varie misure del governo", affermano gli analisti convinti però che una ripresa forte del Dragone sia poco probabile.
La crescita cinese più forte delle attese è una buona notizia per l'economia mondiale. Per la Fed si traduce in un fattore di minore incertezza in un contesto complicato fra la resilienza inattesa dell'economia americana e i rischi geopolitici. La banca centrale statunitense è attesa alzare i tassi almeno un'altra volta entro la fine dell'anno nell'ambito della sua lotta all'inflazione. La corsa dei prezzi è di recente rallentata, anche se più lentamente delle previsioni, lasciando Jerome Powell davanti a un dilemma: continuare ad alzare visto che l'economia e i consumatori continuano a girare, o prendersi una pausa - anche prolungata - per accertare gli effetti dell'aggressiva campagna di rialzi condotta finora. All'interno della banca di sono divisioni su come procedere di fronte alla "velocità moderata" dei prezzi - come descritta nel Beige Book - e starà a Powell trovare un accordo entro la prossima riunione agli inizi del prossimo mese.