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Bruxelles promuove con riserva la manovra italiana
La Commissione giudica “non pienamente in linea” rispetto alle raccomandazioni la legge finanziaria italiana e quella di altri otto Paesi, tra cui Germania e Olanda. Boccia invece Francia, Belgio, Finlandia e Croazia. Gentiloni: “L'Italia dovrà prendere le misure opportune e non fare manovre correttive". Soddisfatto il ministro dell’Economia: “Tutto come previsto, andiamo avanti con realismo”
La manovra dell'Italia non è giudicata "pienamente in linea" alle raccomandazioni Ue e la Commissione europea la invita quindi, insieme ad altri otto Paesi con lo stesso giudizio (incluse Germania e Olanda) a "tenersi pronta" ad adottare le misure necessarie. "Non si tratta di una bocciatura, ma di un invito alla prudenza di bilancio e a utilizzare al meglio le risorse comuni europee", ha sottolineato il commissario europeo Paolo Gentiloni. "E' un risultato utile e su cui proseguirà la collaborazione tra autorità italiane e la Commissione europea". L'Italia dovrà "prendere le misure opportune e non fare manovre correttive", ha aggiunto Gentiloni.
"Accogliamo il giudizio della Commissione. Tutto come previsto: nonostante l'eredità dell'impatto negativo di energia e superbonus andiamo avanti con sano realismo", ha commentato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Nello stesso pacchetto Ue per il semestre europeo solo sette Paesi dell'Eurozona sono promossi senza riserve, Spagna e Grecia tra questi. 'Bocciati' in quattro: Belgio, Finlandia, Francia e Croazia, risultati "non in linea" con le raccomandazioni.
A parte l'invito alla prudenza fiscale per un Paese ad alto debito e deficit pubblico, sono sostanzialmente due le aree sulle quali l'esecutivo comunitario 'bacchetta' l'andamento della spesa prevista dall'Italia per il prossimo anno. Uno riguarda l'invito Ue a limitarne la crescita nel 2024 all'1,3%: le previsioni sono che crescerà di meno, dello 0,9%. Ma per effetto del superbonus nel 2023 la spesa è superiore dello 0,8% rispetto a quanto considerato nelle raccomandazioni. "La spesa primaria netta finanziata a livello nazionale - è dunque il responso - è valutata come non completamente in linea con la raccomandazione". In secondo luogo, la Commissione nota come i risparmi dalla graduale eliminazione delle misure di sostegno energetico non saranno interamente usati per ridurre il disavanzo, rischiando di "non essere pianamente in linea con la raccomandazione del Consiglio". L'uscita dalle misure per mitigare il caro energia varrebbe l'1% del Pil nel 2024. Ma in manovra ci sono misure "nuove ed estese", nota Bruxelles, non legate al caro energia come "la proroga al 2024 dei tagli ai contributi previdenziali per le persone a reddito medio-basso; una detrazione fiscale per le imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato; e un primo passo della riforma fiscale" con la revisione delle aliquote Irpef e il taglio al cuneo. E poi "fondi aggiuntivi per il rinnovo dei contratti pubblici 2022-2024 (anche per il settore sanitario), la proroga al 2024 di alcuni regimi di prepensionamento (con alcune modifiche), misure volte a sostenere la natalità e fondi aggiuntivi per il settore sanitario, gli enti locali e le aree colpite dalle inondazioni nel maggio 2023". "La Commissione stima il costo aggregato di queste misure allo 0,7% del Pil nel 2024 e prevede che la maggior parte di esse avrà un effetto permanente".
Palazzo Berlaymont nota poi come il cuneo fiscale e la revisione degli scaglioni Irpef nel decreto di ottobre "sono piuttosto limitati e non affrontano l'erosione della base imponibile". "I frequenti cambiamenti nella politica fiscale aumentano - avverte anche - l'incertezza nell'economia, rendendo il sistema fiscale più complesso e aumentando l'onere sulle imprese e sulle famiglie adempienti". L'Ue non dimentica la posizione fiscale dell'Italia: Il disavanzo è visto al 4,4% del Pil nel 2024 (4,3% la stima di Roma), dopo il 5,3% del 2023. Il debito al 140,6% del Pil (140,1% la stima di Roma), dopo il 139,8% del 2023 (140,2% la stima di Roma). E dopo i "progressi limitati", l'Ue invita dunque l'Italia ad "accelerare".