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RALLY
04/12/2023

“Taglio dei tassi più vicino”: volano oro e bitcoin

“Il ciclo dei rialzi dei tassi è finito e presto anzi ci sarà un allentamento della politica monetaria”: questa la scommessa del mercato, che ha letteralmente messo le ali all’oro, volato fin oltre i 2.100 dollari, e al bitcoin, che ha riguadagnato i livelli del 2022, riportandosi a 42 mila dollari. A favorire la corsa dell’oro è anche l’indebolimento del dollaro nei confronti delle principali valute

L'attesa di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed  mette le ali all'oro e al Bitcoin. Il metallo prezioso vola a un nuovo record superando quota 2.100 dollari l'oncia. La criptovaluta, da molti ritenuta come una forma di 'oro digitale', invece balza ai massimi dal 2022 superando i 42.000 dollari. I trader e gli analisti non solo scommettono che le banche centrali, e la Fed in primis, abbiano ormai finito il ciclo dei rialzi del costo del denaro, ma sono convinti che ci sarà un allentamento della politica monetaria a breve, forse già nel primo trimestre del 2024. "Se si guarda all'oro e al Bitcoin si vede una evoluzione simile. Tutte le classi di asset che tendono a fare bene quando la Fed taglia i tassi stanno facendo bene", ha detto al Financial Times Luca Paolini di Pictet Asset Management.
La corsa dell'oro al nuovo record storico coincide con l'indebolimento del dollaro nei confronti delle principali valute e prosegue il rally che va avanti da mesi, sostenuto dalla voglia di sicurezza degli investitori di fronte alle guerre in Ucraina e Gaza. Il recente calo dei rendimenti dei bond ha spinto ulteriormente il metallo prezioso. Il precedente record l'oro lo aveva raggiunto nell'agosto del 2020, quando la pandemia aveva travolto l'economia americana e gli investitori cercavano riparo nel ben rifugio per eccellenza.
A spingere il Bitcoin è invece anche il maggiore interesse degli investitori nel settore dopo la chiusura di due casi penali di alto profilo che hanno offuscato le prospettive del settore nell'ultimo anno. Il mese scorso la giuria ha infatti riconosciuto Sam Bankman-Fried, il fondatore ed ex amministratore delegato di FTX, colpevole di una delle maggiori crisi finanziarie della storia americana. E la scorsa settimana Binance ha patteggiato con il Dipartimento di Giustizia il pagamento di 4,3 miliardi di dollari e l'allontanamento dell'amministratore delegato Chanpeng Zhao, CZ così come è conosciuto, colpevole di aver violato le norme antiriciclaggio consentendo, secondo le autorità americane, anche transazioni con Iran e Cuba. Per il mercato delle valute digitali la chiusura dei due casi rappresenta una boccata di ossigeno perché consente di voltare pagina e aprire un nuovo capitolo, nel quale potrebbe rientrare l'approvazione della Sec al primo Eft in Bitcoin nelle prossime settimane. La consob americana rifiuta da anni il via libera a un 'exchange traded fund' nella criptovaluta ritenendo il settore rischioso e opaco. Di recente però alcuni dei maggiori investitori di Wall Street, da BlackRock a Franklin Templeton, si sono uniti a società quali VanEck e WisdomTree nel depositare documenti alla Sec per gli Etf in Bitcoin, ritenuti dal mercato una modalità per controllare gli asset digitali e tenerli al riparo dagli scandali. "La speculazione sull'Etf continuerà a sostenere il mercato cripto, con gli investitori che scommettono sull'impatto positivo che l'apertura del mercato agli investitori istituzionali avrà sull'ecosistema", ha spiegato al Financial Times l'analista di eToro Simon Peters.
Nonostante la cautela di Jerome Powell e Christine Lagarde sull'inflazione, gli analisti sono sicuri che la Fed e la Bce abbiano già vinto la loro battaglia contro la volata dei prezzi. "Possiamo ancora alzare i tassi" se l'obiettivo del 2% è arischio, ha a vvertito la presidente delle Bce nei giorni scorsi. Anche Powell ha tentato senza successo di spegnere gli entusiasmi su un taglio dei tassi di intesse a breve. "Sarebbe prematuro arrivare alla conclusione certa che abbiamo" una politica monetaria "sufficientemente restrittiva, o speculare su quando potrebbe esserci un allentamento", ha detto. Le sue parole sono state lette come la fine del ciclo rialzista e gli analisti danno per scontato che alla prossime riunione del 12 e 13 dicembre la Fed lascerà i tassi invariati fra il 5,25% e il
5,50%, ai massimi da 22 anni. 

Autore: ANSA